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7 mag 2021

Non ci può essere transizione ecologica senza economia circolare. E le possibilità di evitare una catastrofe climatica sono legate al rilancio dell’economia circolare da cui dipende il 39% dei tagli di CO2. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre, a livello globale, raddoppiare l’attuale tasso di circolarità delle merci passando dall’8,6% al 17%.

Queste in sintesi le conclusioni a cui arriva il Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021 realizzato dal CEN - Circular Economy Network, la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile assieme a un gruppo di aziende e associazioni di impresa in collaborazione con Enea.

La terza edizione, presentata a marzo dal presidente CEN Edo Ronchi e dal direttore del Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea Roberto Morabito, con un intervento video dell ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, vede anzitutto l’Italia per il terzo anno consecutivo in testa nel confronto sulla circolarità tra le cinque principali economie dell’Unione europea ovvero Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia (che con l’uscita del Regno Unito dall’UE risulta la 5° economia).

Per questi cinque Paesi sono stati analizzati i risultati raggiunti nelle aree della produzione, del consumo, della gestione circolare dei rifiuti, degli investimenti e dell’occupazione nel riciclo, nella riparazione, nel riutilizzo.

Sommando i punteggi di ogni settore, si ottiene un indice di performance sull’economia circolare che nel 2021 conferma la prima posizione dell’Italia con 79 punti, seguita dalla Francia con 68 (in crescita di un punto), dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54.

Le performance dell’Italia voce per voce

Nel dettaglio, ad esempio la quota di riciclo complessiva del Belpaese è del 68%, di undici punti percentuali sopra la media europea del 57%; il tasso italiano di uso circolare di materia è del 19.3%, sopra la media europea dell’11,9%: inferiore a quello di Paesi Bassi (28,5%), Belgio (24%) e Francia (20,1%), ma superiore a quello della Germania (12,2%).

Per la produttività delle risorse, il nostro Paese crea il maggiore valore economico per unità di consumo di materia: ogni kg di risorsa consumata genera 3,3 euro di PIL, contro una media europea di 1,98 euro.

Buona è anche la produttività energetica: 8,1 euro prodotti per kg equivalente di petrolio consumato. Il consumo interno di materiali per l’Italia nel 2019 è pari a 490 Mt, stabile rispetto all’anno precedente. Nel confronto con le principali economie europee, il nostro Paese rappresenta la realtà con i consumi minori insieme alla Spagna, per un valore di materia consumata pari a oltre metà di quello registrato per la Germania.

Nel 2018 i primi cinque Paesi per consumo di energia coincidono con le cinque economie più avanzate del continente. In particolare, l’Italia impiega circa 116 mila TEP (Tonnellate equivalenti petrolio) di energia all’anno, rimanendo costante rispetto all’anno precedente. In termini di quota di energia rinnovabile utilizzata rispetto al consumo totale di energia, l’Italia perde il suo primato scendendo al secondo posto, dietro alla Spagna, con il 18,2% di energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto al consumo finale lordo.

La produzione pro capite di rifiuti urbani in Italia nel 2019 rimane costante a 499 kg/abitante, contro una produzione media europea di 502 kg/ab. La produzione dei rifiuti rispetto al PIL mostra un disaccoppiamento sempre più marcato a partire dal 2011, fino a raggiungere un significativo divario negli ultimi anni: a fronte di una produzione dei rifiuti sostanzialmente stabile, il PIL è cresciuto del 4,3% nel periodo 2015-2019.

Il riciclo dei rifiuti urbani nel 2019, secondo i dati ISPRA, è del 46,9%, in linea con la media europea, posizionando l’Italia al secondo posto dopo la Germania. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è invece al 68%, nettamente superiore alla media europea (57%): al primo posto fra le principali economie europee.

L’Italia è invece ultima fra le grandi economie europee per numero di brevetti depositati.

Per quanto riguarda l’occupazione nei settori della riparazione, del riutilizzo e del riciclo l’Italia è al secondo posto, dietro alla Polonia, ma comunque davanti a Francia, Germania e Spagna.

L’orizzonte globale

Il focus del rapporto di quest’anno è il contributo che l’economia circolare dà alla lotta ai cambiamenti climatici.

Secondo il Circularity Gap Report 2021 del Circle Economy – che misura la circolarità dell’economia mondiale - raddoppiando l’attuale tasso di circolarità dall8,6% (dato 2019) al 17%, si possono ridurre i consumi di materia dalle attuali 100 a 79 gigatonnellate e tagliare le emissioni globali di gas serra del 39% l’anno. Avvicinandosi così all’obiettivo zero emissioni al 2050 previsto dall’Unione europea per rispettare l’Accordo di Parigi del 2015.

In questa direzione, indicata dalla Ue, l’Italia ha compiuto alcuni importanti passi avanti. Nel settembre 2020 sono stati approvati i decreti legislativi di recepimento delle direttive in materia di rifiuti contenute nel Pacchetto economia circolare mirato a prevenire la produzione di rifiuti, incrementare il recupero di materie prime seconde, portare il riciclo dei rifiuti urbani ad almeno il 65% entro il 2035, ridurre a meno del 10% entro la stessa data lo smaltimento in discarica.

Entro il marzo 2022 dovrà inoltre essere approvato il Programma nazionale di gestione dei rifiuti. E il nuovo Piano Transizione 4.0, più orientato alla sostenibilità rispetto al precedente Piano Industria 4.0, prevede specifiche agevolazioni per gli investimenti delle imprese finalizzati all’economia circolare. Misure che il CEN giudica importanti, ma non ancora sufficienti.

“Presi dalle emergenze, in Italia stiamo sottovalutando la portata del cambiamento europeo in atto verso l’economia circolare. Nella corsa verso un nuovo modello circolare il nostro Paese è tra i paesi leader in Europa, ma stiamo perdendo posizioni  – ha sottolineato Edo Ronchi, presidente del CEN -. È un’occasione che non possiamo mancare, non solo per l’ambiente ma anche per la competitività delle aziende italiane”.

Il rapporto completo è scaricabile dal sito del Circular Economy Network a questo link.

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28 apr 2021

Enel Italia ha sottoscritto il Protocollo lombardo Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia.

Azienda italiana tra i leader mondiali nello sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e di infrastrutture sostenibili, Enel Italia, con la sua firma, si propone come un attore chiave nella transizione di Regione Lombardia verso un futuro sostenibile, resiliente e a emissioni zero.

Le sue aree di competenza sono molte e ampiamente legate agli obiettivi di Regione: sviluppo di impianti rinnovabili su edifici di proprietà pubblica come uffici, scuole, ospedali, centri sportivi; interventi per trasformare la rete elettrica in una smart grid, indispensabile per una crescita su larga scala delle fonti rinnovabili; supporto alle Amministrazioni attraverso strumenti digitali per la pianificazione dei servizi pubblici e lo sviluppo di smart cities; contributi a una mobilità sostenibile e integrata.

“La sottoscrizione del Protocollo per lo sviluppo sostenibile da parte di Enel - commenta l’Assessore all’Ambiente e clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo – rappresenta il segno di patto tra istituzioni e imprese, che abbiamo voluto avviare proprio con il Protocollo, nel conseguire obbiettivi di sviluppo sostenibile. Le sfide che oggi dobbiamo affrontare sono la transizione dei sistemi economici, produttivi e sociali verso la neutralità carbonica, l’economia circolare, l’energia da fonti rinnovabili e la sostenibilità ambientale. Regione Lombardia vuole accompagnare questa transizione, prioritaria per il nostro Paese, al fianco delle imprese e delle istituzioni e dei cittadini. L’adesione da parte di una realtà così decisiva in questo percorso come Enel è un fatto di grande rilievo”.

Per leggere il comunicato di Enel Italia clicca qui.

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22 apr 2021

Sono passati 51 anni da quel lontano 22 aprile 1970, quando decine di milioni di giovani statunitensi manifestarono per la prima Giornata della Terra in difesa dell’ambiente in una data simbolica, un mese e un giorno dopo l'equinozio di primavera.

Da allora, l’iniziativa si è estesa in tutto il mondo ramificandosi in una serie di appuntamenti che ormai prendono idealmente inizio un mese prima, il 22 marzo, con la Giornata mondiale dell’acqua: ogni anno, l’Earth Day coinvolge oltre un miliardo di persone grazie all’azione di più di 22 mila partner in oltre 190 Paesi del mondo.

Il vertice mondiale promosso dagli USA

Ma se è cresciuta la sensibilizzazione di vecchie e nuove generazioni sulle emergenze che minacciano la salute e la sopravvivenza del Pianeta, le soluzioni messe a punto da governi e istituzioni internazionali non sono state messe a punto altrettanto rapidamente: proprio il 22 aprile, gli USA del presidente Joe Biden avviano un meeting virtuale di 48 ore sul clima coinvolgendo 40 nazioni.

L’obiettivo è rilanciare gli impegni presi per contenere l’aumento della temperatura globale così che non vada oltre un + 1,5°: e dunque non più azzerare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050 ma ridurle di circa il 50% già entro il 2030.

Da parte sua, l’Europa si è mossa alla vigilia del vertice con una scelta chiara, in vista della neutralità climatica già fissata come obiettivo per il 2050: e ha adottato un taglio delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

I cambiamenti climatici e tutte le loro conseguenze sono dunque la prima emergenza da affrontare, in modo sistematico e coordinato a livello mondiale. Un impegno che non può però cancellare quello per la revisione complessiva degli stili di vita dei Paesi a economia più sviluppata e il rapporto con le risorse naturali a disposizione.

I numeri dell’Overshoot Day sul consumo di risorse naturali

Che si tratti di un rapporto squilibrato lo mostra da anni l’Overshoot Day, con cui si cerca di misurare e rendere tangibile il vorace consumo degli ecosistemi che pure ci sostentano. Sulla base di una serie di parametri relativi ad esempio al consumo di acqua e cibo, l’Overshoot Day calcola infatti quando durante l’anno idealmente la Terra esaurirebbe le risorse che impiega un anno a rigenerare, se tutti i suoi abitanti adottassero le abitudini alimentari e di consumo del Paese preso a riferimento.

Questo evidenzia tra l’altro enormi differenze nell’impatto ambientale delle varie nazioni. Per l’Italia, ad esempio, nel 2021 l’Overshoot Day è previsto per il 13 maggio, mentre i consumi del Ghana esaurirebbero le risorse terrestri ben cinque mesi dopo, il 13 ottobre, quelli dell’Ecuador addirittura il 7 dicembre.

Per non parlare di Paesi energivori e ricchi come USA e Canada: per loro il sorpasso delle risorse naturali è arrivato quest’anno il 14 marzo, anche se il record spetta al Qatar,i il cui Overshoot Day 2021 è scattato addirittura il 9 febbraio.

Temi e appuntamenti

I nodi da affrontare e gestire con urgenza sono molti: acidificazione degi oceani, inquinamento delle acque da microplastiche e, ancora prima, accesso all’acqua potabile per 1 miliardo di persone che ancora oggi non lo ha; scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello dei mari.

Per questo l’Earth Day 2021 mette l’accento sulla necessità di agire e trovare soluzioni per, appunto, Restore our Earth”, rigenerare il nostro Pianeta.

In Italia, tra gli appuntamenti da segnalare c’é anche la maratona multimediale - tredici ore di diretta streaming, fino alle 20.30 - promossa per la seconda edizione di #OnePeopleOnePlanet: con interventi, approfondimenti, testimonianze,  performance in diretta su Rai Play e on demand sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it.

 

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16 apr 2021

Il Protocollo, che sancisce l’impegno dei suoi sottoscrittori ad applicare il principio dello sviluppo sostenibile e a intraprendere azioni precise per realizzarlo, aggiunge due firme di rilievo alle 75 già presenti. Dal 30 marzo si è aggiunta infatti quella di Finlombarda S.p.A., la società finanziaria di Regione Lombardia che progetta, realizza e gestisce prodotti e servizi finanziari a sostegno delle imprese e dei professionisti lombardi, e affianca Regione Lombardia nella strutturazione di operazioni finanziarie in ambiti strategici per l’attrattività e la competitività del territorio.

Con l’adesione al Protocollo, Finlombarda rende ufficiale il suo impegno verso il raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) di Agenda 2030 – l’agenda delle Nazioni Unite cui Unione Europea, Stato e Regione Lombardia aderiscono. Le sue azioni saranno legate a economia circolare, transizione ecologica e finanza sostenibile e si concentreranno specialmente sui goal 8 – “lavoro dignitoso e crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile”, 9 – “infrastruttura resiliente, promozione dell’innovazione e industrializzazione equa, responsabile e sostenibile” e 12 – “modelli responsabili di produzione e di consumo”.

“Il Protocollo per lo Sviluppo Sostenibile – ha ricordato l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo – vede già la sottoscrizione di 75 soggetti lombardi che hanno individuato e stanno sviluppando nella nostra regione centinaia di azioni a favore della sostenibilità. Esso rappresenta, all’interno del Piano regionale di sviluppo, la sede in cui Regione con le società regionali a essa collegate come Finlombarda, Enti locali e rappresentanti della società lombarda condividono gli obiettivi di sostenibilità. Lo sviluppo sostenibile guarda infatti a tutti i settori ed è l’unico modello di sviluppo possibile, non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia e la finanza”.

Per leggere anche il comunicato stampa di Finlombarda clicca qui.

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15 apr 2021

Regione Lombardia si dota - prima e per ora unica Regione italiana a farlo - di un Catalogo regionale dei sussidi, sul modello di quello nazionale: ovvero un elenco ragionato dell’insieme degli interventi che hanno un effetto sull’ambiente, quale strumento di affiancamento alle decisioni pubbliche all’interno di una prospettiva di intervento che tiene conto anche di tematiche sociali e competitività economica.

Il punto di partenza

A livello nazionale il Catalogo, arrivato alla terza edizione, è curato dal Ministero della transizione ecologica e presentato annualmente al Parlamento; la Legge di Bilancio 2020 ha attribuito poi al Ministero dell’Ambiente il compito di studiare proposte per la programmazione della riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, per cui è stata costituita una specifica Commissione interministeriale.

Il Catalogo nazionale utilizza una accezione molto ampia di sussidio in cui sono ricompresi “incentivi, agevolazioni, finanziamenti agevolati ed esenzioni da tributi finalizzati alla tutela dell’ambiente”.

Alla base, una macro-distinzione tra sussidi diretti (on-budget) in bilancio versante delle spese e sussidi indiretti (off-budget), quantificabili attraverso stime o simulazioni differenziali del minor gettito ottenuto rispetto ai benchmark di riferimento.

La terza edizione del Catalogo nazionale (CSA) ha identificato 171 misure con effetti ambientali potenzialmente rilevanti, per un totale di circa 44 miliardi di euro, classificati in tre categorie: sussidi ambientalmente dannosi (SAD) pari a 19,7 miliardi di euro, sussidi ambientalmente favorevoli (SAF) pari a 15,3 miliardi e sussidi incerti per 8,6 miliardi.

Il Catalogo regionale: il percorso

La novità lombarda, presentata dall’assessore ad Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo alla Giunta regionale e nel corso del Primo Forum Regionale Sviluppo Sostenibile (per guardare il video, vai a questa pagina), non si limita a duplicare il livello nazionale ma si inserisce nella Strategia per lo Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia avviata nel 2018: un insieme di azioni e iniziative, pensate per rappresentare un passo avanti verso modelli di vita, di produzione e consumo più equilibrati, caratterizzati da un uso responsabile delle risorse a partire da quelle pubbliche.

In particolare, dalla Strategia è nato nel 2019 il Protocollo lombardo per lo sviluppo sostenibile, sottoscritto dai principali rappresentanti istituzionali e associativi, dal mondo della ricerca e dalle parti sociali del territorio. Tra gli impegni presi da Regione Lombardia è previsto proprio il Catalogo regionale dei sussidi. 

Il Catalogo regionale è stato costruito, con il supporto di PoliS Lombardia e grazie al confronto con le Direzioni Generali, mantenendo un allineamento alla metodologia nazionale, così da poter garantire un eventuale raffronto.

Le cifre a livello regionale

Il lavoro condotto ha permesso di identificare nel Catalogo regionale sussidi ambientalmente favorevoli pari a 224,9 milioni di euro e sussidi ambientalmente dannosi pari a 215,9 milioni di euro, concentrati soprattutto nei sussidi indiretti.

Sussidi indiretti (16 schede)

Nel caso della ricognizione regionale, i sussidi indiretti possono venire dalla disapplicazione dei tributi nazionali o dall’estensione delle fattispecie agevolative, dall’applicazione di aliquote inferiori a quelle applicate in altre regioni, dal mancato adeguamento nel tempo delle aliquote all’inflazione.

È stata quindi condotta una comparazione con altre realtà regionali (Veneto, Toscana, Emilia R., Piemonte), utile quale confronto di benchmark, che ha consentito di definire ordini di grandezza di possibili rimodulazioni per taluni tributi (tassa automobilistica, addizionale gas metano, emissioni sonore degli aeromobili, benzina per autotrazione, canoni d’uso delle risorse,….) che potrebbero rendere disponibili risorse aggiuntive per opere e interventi di miglioramento e compensazione ambientale.

Le possibili leve

Dall’analisi complessiva è ad esempio emerso che risorse importanti (oltre 300 milioni di euro) potrebbero essere ottenute attraverso la rimodulazione dei due maggiori tributi propri derivati (tassa automobilistica e addizionale metano).

L’indagine ha messo in luce anche una serie di misure che sono state giudicate come ambientalmente incerte, in particolare rispetto a riduzioni/estensioni della tassa automobilistica, che costituiscono un fattore di miglioramento qualitativo del parco veicolare ma anche un incentivo all’incremento quantitativo delle auto in circolazione.

I SAF attualmente adottati attraverso il sistema fiscale riguardano ancora l’applicazione della tassa automobilistica (una misura) e l’IRAP (tre misure, ancora da quantificare).

In entrambi i casi si tratta di iniziative recenti, attraverso le quali il governo regionale ha introdotto esplicitamente elementi di selettività e condizionalità che incentivano scelte ambientalmente favorevoli: nel primo caso rispetto alla composizione qualitativa delle nuove auto (con il vincolo assoluto di rottamarne delle vecchie); nel secondo riguardo alle scelte insediative delle attività produttive, favorendo logiche di prossimità e di rigenerazione urbana e territoriale. Best practice che potrebbero guidare ulteriori tentativi di utilizzare la leva fiscale non solo come strumento di gettito, ma anche come opportunità per indirizzare le preferenze dei singoli agenti economici verso obiettivi di interesse collettivo.

Sussidi diretti (94 schede)

Il Catalogo riporta le informazioni relative ad alcuni raggruppamenti tematici: agricoltura e pesca, ambiente e clima, infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile, sviluppo economico e bandi POR FESR 2014-2020.

La stragrande maggioranza delle misure inserite risultano SAF, con la particolare rilevanza dei fondi veicolati attraverso il Piano di sviluppo rurale (144 milioni di euro di SAF) e quelli legati al finanziamento della mobilità sostenibile. L’indicazione che ne scaturisce è, comunque, quella di accentuare attraverso i meccanismi selettivi e di condizionalità l’attenzione alle tematiche ambientali; in tal senso particolarmente rilevante il ruolo dell’Autorità Ambientale per l’utilizzo dei fondi strutturali, che agisce in una logica di integrazione della sostenibilità nella fase di costruzione delle diverse misure.

Un binomio fuorviante

Seguendo l’impostazione del Catalogo nazionale, si è utilizzata la nomenclatura che parla di sussidi ambientalmente dannosi e di sussidi ambientalmente favorevoli; tuttavia, tale rappresentazione sintetica “dannoso-favorevole” rischia di essere fuorviante, se non integrata con la valutazione del corredo informativo complessivo presente nella documentazione. 

Si verifica infatti che taluni sussidi individuati come favorevoli per il profilo ambientale non necessariamente sono, nel loro complesso, un’azione efficace della P.A., perché ad esempio si tratta di misure troppo costose rispetto ai benefici ambientali realmente prodotti o perché nel complesso non sostenibili se si considerano le ricadute sociali. Così come alcuni sussidi classificabili come ambientalmente dannosi prevedono un potenziale danno ambientale minimale, rispetto ad altre forme di beneficio complessivo.

Il Catalogo verrà aggiornato nel 2021 sempre coinvolgendo le Direzioni Generali e proponendo che l’approccio diventi ancora più sistemico nella fase di proposizione e preparazione delle politiche, per dare luogo a una valutazione dell’incidenza ambientale ex-ante dei sussidi. In un meccanismo decisionale di più ampio respiro, in cui le considerazioni di carattere ambientale vengono affiancate da valutazioni di carattere sociale ed economico, per massimizzare il risultato netto per la collettività.

 

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7 apr 2021

Una nuova spinta verso l’economia circolare: una misura da 3,6 milioni di euro di agevolazioni alle Micro, Piccole e Medie imprese perché adottino quest’ottica, con ricadute importanti sulle filiere lombarde.

L’iniziativa arriva da Regione Lombardia. Su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi e di concerto con l’assessore ad Ambiente e Clima Raffaelle Cattaneo, la Giunta regionale nella seduta del 7 aprile ha approvato i criteri del ‘Bando di sostegno alle MPMI’’.

Il bando mette a disposizione 3 milioni 621 mila euro. L’edizione 2021 sarà attuata da Unioncamere Lombardia: il testo verrà pubblicato entro fine aprile.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese sostenute, per un investimento minimo di 40 mila euro e un contributo massimo concedibile di 120 mila euro.

Chi può partecipare

Obiettivo è promuovere e riqualificare le filiere lombarde, la loro innovazione e il riposizionamento competitivo di interi comparti rispetto ai mercati, in ottica di economia circolare.

Vi possono partecipare le Micro Piccole e Medie imprese aventi sede operativa in Lombardia, in forma singola o in aggregazione composta da almeno 3 imprese rappresentanti la filiera produttiva.

Guidesi: bando richiesto da imprese

“Si tratta di una misura fortemente richiesta dalle imprese lombarde” nota l’assessore Guidesi. “Negli incontri avuti con gli imprenditori, infatti, uno dei temi principali su cui c’è sempre stato grande consenso è proprio sull’economia circolare. Soprattutto per i riflessi positivi che ha sull’indotto”. “È altresì utile valorizzare le filiere – prosegue – ed è anche questo uno dei fattori caratterizzanti della misura”.

Cattaneo: sostenere chi applica sostenibilità

“Il percorso verso l’economia circolare rappresenta un passaggio fondamentale per lo sviluppo delle imprese e Regione Lombardia guarda con favore ai percorsi che fanno della sostenibilità il proprio driver di crescita”, spiega Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e Clima. “Attraverso questo bando – ha continuato – vogliamo sostenere le imprese che adottano soluzioni alternative e creative di produzione, come il recupero dei materiali e il riuso dei beni. La sostenibilità – ha chiosato – rappresenta infatti il nuovo nome dello sviluppo, in particolaere in questo momento di crisi”.

Gli ambiti dei progetti

Sono numerosi i progetti che si potranno presentare, in questi ambiti: innovazione di prodotto e processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse, utilizzo di sottoprodotti nei cicli produttivi. Finanziata anche la riduzione di produzione rifiuti e il riutilizzo di beni e materiali.

Le innovazioni di processo o di prodotto per quanto riguarda la produzione e l’utilizzo di prodotti da recupero di rifiuti. Sono previste le attività di preparazione per il riutilizzo e progettazione e sperimentazione di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento della filiera.

Risorse anche per Eco-design e strumenti medicali

Saranno ammessi anche progetti di sperimentazione e applicazione di strumenti per l’incremento della durata di vita dei prodotti ed il miglioramento del loro riutilizzo e della loro riciclabilità (Eco-design).

Prevista inoltre l’implementazione di strumenti e metodologie per l’uso razionale delle risorse naturali. Si punta alla riconversione della produzione per realizzare nuovi materiali, prototipi, per lo sviluppo di dispositivi e/o componenti anche in ambito medicale o per la sicurezza sul lavoro.

I progetti dovranno essere realizzati entro 12 mesi dall’approvazione della graduatoria. Il termine di rendicontazione scadrà nel 2022.

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6 apr 2021

Si è concluso a fine marzo il progetto Interreg Spazio Alpino “AlpLinkBioEco”, nato tre anni fa nell’ambito della Strategia macroregionale Alpina EUSALP con l’obiettivo di sviluppare proposte interregionali per il potenziamento delle filiere innovative nel settore della bioeconomia circolare.

Partner di AlpLinkBioEco sono Confindustria Lombardia e il Cluster lombardo della chimica verde (LGCA). Oltre a Regione Lombardia, il progetto ha visto la partecipazione in qualità di osservatore anche del Cluster regionale LE2C.

Nell’arco dei tre anni, AlpLinkBioEco ha lavorato sui temi della bioeconomia e dell’economia circolare come motori per la competitività, portatori di valore aggiunto per le imprese e tasselli fondamentali per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Per sostenere la transizione da un'economia basata sui combustibili fossili a un’economia biobased, a inizio progetto è stato sviluppato un database interattivo, il Value Chain Generator, mappando decine di associazioni settoriali e centinaia di aziende e successivamente sviluppando nuove catene del valore e occasioni di simbiosi industriale a livello locale, nazionale e transnazionale.

Inoltre, grazie alla raccolta di input da stakeholders politici e industriali delle regioni europee coinvolte, è stato definito un piano di azione condiviso (Masterplan) per stimolare lo sviluppo della bioeconomia nello Spazio Alpino.

Una nuova sfida: i numeri lombardi

“La sfida di oggi consiste nell’integrare la bioeconomia e l’economia circolare: unire il modello circolare a un modello che guarda all’impiego delle risorse biologiche L’azione di Regione Lombardia - nota l’assessore all’Ambiente e clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo - va in questa direzione. Mettiamo in campo politiche che guardano alla sostenibilità, in un’ottica di alleanza tra imprese e ambiente. E lo stesso va fatto anche per la bioeconomia che va sostenuta affinché sviluppi azioni che guardano all’economia circolare. Infatti, in Lombardia ci sono più di 25 mila imprese che operano nel settore biochimico, oltre un quinto del totale in Italia, che fanno della ricerca e dell’innovazione un loro punto di forza. Investono oltre 3 miliardi di euro e gli addetti del settore arrivano a 33 mila (su 50 mila in Italia). E il ruolo del Progetto AlpLinkBioEco è fondamentale perché ha creato valore, supportando le imprese in questa sfida. Il tutto all’interno di EUSALP che vede Regione Lombardia protagonista, e dove la Green economy e la sostenibilità sono al centro delle politiche delle Regioni alpine”.

“Progetti come AlpLinkBioEco dimostrano che l’industria è l’attore principale della transizione sostenibile, e che le filiere innovative nel settore della bioeconomia e dell’economia circolare sono elementi fondamentali della competitività - il commento del Presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti -. La crisi ci ha insegnato che la dinamicità dei territori è fondamentale e va agevolata valorizzando le specificità del contesto, costruendo un sistema interconnesso. In questa cornice, i progetti macroregionali vanno a inserirsi in un contesto omogeneo e al tempo stesso complementare dal punto di vista delle specializzazioni, creando le condizioni di competitività in cui operano le imprese, sia in termini di produzione che di valorizzazione delle risorse, in una prospettiva di circolarità. Le imprese sapranno certamente cogliere le opportunità offerte dall’economia circolare per crescere e svilupparsi, ma per realizzare questa transizione servono urgentemente regole chiare e certe”.

Il Progetto ha visto la partecipazione di 6 Stati dell’arco alpino (Italia, Francia, Germania, Austria, Svizzera e Slovenia) e organizzazioni di 9 Regioni, di cui 3 facenti parte dei 4 Motori d’Europa (Lombardia, Baden-Württemberg e Auvergne Rhône-Alpes).

Quattordici i partner che hanno lavorato al progetto:

Plastics Innovation Competence Center – Research Center (CH); Business Upper Austria – OÖ Wirtschaftsagentur Ltd. – Regional Public Authority (AT); Poly4EmI hosts by Anteja ECG d.o.o. – Business Support Organization (SI); University of Tuscia – CSALP – University (IT); Confindustria Lombardia – Business Support Organization (IT - Lombardy); BIOPRO Baden-Württemberg GmbH – Regional Development Agency (DE –Baden-Württemberg); Hub Innovazione Trentino – Business Support Organization (IT - Trentino); Technology Center Horb GmbH&Co.KG – Business Support Organization (DE - Stuttgart); Lombardy Green Chemistry Association – Cluster (IT Lombardy); Plastipolis – Business Support Organization (FR - Auvergne Rhône-Alpes); France Clusters – Business Support Organization (FR - Auvergne Rhône-Alpes); Ministry of Education, Science and Sport – Public Administration (SI); Chemie Cluster Bavaria – Cluster (DE - Bavaria); Fraunhofer Italia – Non-profit research Organization (IT – South Tyrol).

 

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2 apr 2021

È stato spento definitivamente l’inceneritore di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Nelle prossime settimane sarà dismesso e demolito per dare inizio ai lavori di costruzione di una nuova e innovativa Biopiattaforma, che avvierà le prime attività a ottobre del 2022.

La nuova Biopiattaforma

La Biopiattaforma, un progetto unico in Italia e il più importante a livello europeo, avrà due linee di produzione: una per la trasformazione dei rifiuti umidi in biometano, Forsu (frazione umida organica), biocombustibile che riduce l’emissione di anidride carbonica del 97%. L’altra per la trasformazione dei fanghi in fertilizzante e in energia termica per il teleriscaldamento. I fanghi, prodotti ogni anno dai 40 depuratori del Gruppo Cap che fino a oggi erano materia di scarto, serviranno a produrre 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.

Il nuovo impianto verrà reso operativo con la messa in funzione della prima linea per la trasformazione dei rifiuti umidi nell’ottobre 2022. La messa in funzione di tutto l’impianto industriale è prevista a marzo 2023.

L’atto ufficiale dello spegnimento nella sede di via Manin, il 31 marzo. Presente l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo ed i sindaci dei Comuni del Consorzio che finora hanno ‘bruciato’ i rifiuti nell’impianto, ovvero Roberto Di Stefano (Sesto San Giovanni), Giacomo Ghilardi (Cinisello Balsamo), Angelo Rocchi (Cologno Monzese), Luigi Gianantonio Magistro (Cormano), Ivonne Cosciotti (Pioltello) e Paolo Micheli (Segrate). Oltre, tra gli altri, a Michela Palestra, (Città metropolitana di Milano) e Alessandro Russo (presidente Gruppo Cap).

Cattaneo: Lombardia all’avanguardia per economia circolare

“La sfida che abbiamo di fronte – ha detto Raffaele Cattaneo – è quella di dimostrare che l’ambiente è il nuovo nome dello sviluppo e che questo orienterà l’azione delle imprese. E questo è particolarmente vero in Lombardia perché siamo all’avanguardia non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo sul fronte dell’economia circolare. Il nostro oggi è un sistema che produce 4,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani all’anno quindi, ognuno di noi ne produce 460 kg. Si producono però anche 33 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di rifiuti delle attività produttive. Il nostro sistema oggi, grazie alla raccolta differenziata che è al 72%, recupera come materia il 62% di quei 4,6 milioni di tonnellate. Inoltre, avvia a recupero di materia addirittura l’80% dei 33 milioni di rifiuti speciali”.

Innovazione per ambiente e sviluppo

“Questo impianto segna una svolta – ha proseguito – e conferma che il passaggio verso l’economia circolare ha bisogno dell’innovazione, della tecnologia e delle imprese. L’economia circolare non è uno slogan, ma una realtà: si fa infatti con impianti innovativi come questo. Esso infatti rappresenta il paradigma di un cambio di fase nelle politiche per la gestione dei rifiuti in Lombardia”.

Leader della transizione ecologica

“Spegniamo un vecchio termovalorizzatore, uno dei più piccoli e meno efficienti per i rifiuti urbani, – ha puntualizzato – e accendiamo un percorso innovativo. Sarà, infatti un impianto, che attraverso la essicazione e termovalorizzazione permetterà una gestione più efficace dei fanghi da depurazione. È incluso anche il recupero dalle ceneri di materia prima che sta scarseggiando in natura come il fosforo.
Permetterà inoltre la produzione di biometano e digestato anaerobico dalla frazione organica dei rifiuti. Tutto ciò conferma – ha concluso l’assessore – che il cammino verso l’economia circolare, già imboccato da tempo da Regione Lombardia, prosegue. L’obiettivo è sempre quello di essere la regione leader di questa transizione in Italia e in Europa”.

Un polo di ricerca avanzata e un progetto UE

La biopiattaforma sarà un impianto innovativo che ospiterà un polo di ricerca avanzata. Entrerà, inoltre, da subito, nello scenario della ricerca internazionale con Circular Biocarbon, il progetto Horizon 2020 che sarà co-finanziato dall’Unione Europea. L’obiettivo è lo sviluppo di una bioraffineria dagli standard avanzati basata sulla valorizzazione dei rifiuti umidi per ottenere prodotti ad alto valore aggiunto. Pronti cioè per la commercializzazione.

Una sfida europea

È una giornata storica per Sesto San Giovanni, per il Nord Milano e per tutta la Lombardia, perché dopo venti anni si spegne il vecchio inceneritore, acceso nel 2001, e si apre una nuova era. Il rispetto per l’ambiente e la trasformazione dei rifiuti in un’ottica di economia circolare saranno infatti i capisaldi del futuro”: così il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano.

“Abbiamo di fronte a noi una sfida unica a livello europeo – ha sottolineato – e da pionieri abbiamo la grande responsabilità di diventare un modello da seguire. Il rilancio del nostro Paese, sulle grosse sfide della rivoluzione verde e della transizione ecologica chiesta dal Governo parte dai territori. Siamo orgogliosi che il primo passo sia quello di Sesto San Giovanni”.

 

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18 mar 2021

La Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell’Assessore all’Ambiente e Clima, ha approvato una delibera che stanzia 1 milione di euro a fondo perduto agli enti non profit per l’acquisto di attrezzature utili al recupero e alla distribuzione degli alimenti invenduti. L’obiettivo, con fini di solidarietà sociale, è prevenire e ridurre la produzione di rifiuti e lo spreco alimentare.

Oggetto di finanziamento: spese sostenute per l’acquisto di attrezzature, beni e applicazioni funzionali al recupero e alla distribuzione dei prodotti alimentari ai fini di solidarietà come veicoli isotermici rinforzati Ir certificati Atp; veicoli frigorifero certificati Atp; abbattitori di temperatura; contenitori isotermici per il trasporto di alimenti; carrelli termici portavivande; celle frigorifere, frigoriferi e congelatori; scaffalature, transpallet ed elevatori; hardware e software per la registrazione degli alimenti devoluti; realizzazione app funzionali all’ottimizzazione della devoluzione; attrezzature da cucina per la trasformazione degli alimenti e strumenti per misurare la temperatura degli alimenti.

Pronto ad aprile il decreto che indicherà i criteri per l’assegnazione delle risorse: le domande dovranno essere presentate tra la prima settimana di aprile e metà di maggio. Le istanze dovranno contenere i preventivi di acquisto delle attrezzature e la documentazione che attesta la tipologia dell’ente. Possono presentare la domanda gli Enti non profit che si occupano dell’attività di recupero e distribuzione dei prodotti alimentari ai fini di solidarietà sociale, aventi i requisiti determinati da Regione Lombardia con la delibera regionale del 31 luglio 2017.

Le domande dovranno essere inviate tramite piattaforma informatica Bandi Online www.bandi.servizirl.it. L’istruttoria verificherà che sussistano i requisiti di ammissibilità di chi inoltra la richiesta, la corretta modalità di presentazione e la completezza documentale della domanda di partecipazione.

I soggetti beneficiari sono tenuti ad acquistare le attrezzature entro 12 mesi a decorrere dalla data di pubblicazione sul Burl dell’elenco cronologico dei soggetti ammessi al finanziamento. La quota minima di autofinanziamento a carico del beneficiario è pari al 10% della spesa ammissibile. Il contributo verrà erogato dietro presentazione delle spese effettivamente sostenute e rendicontate e sarà un finanziamento a fondo perduto, a sportello fino alla concorrenza massima del 90% dell’importo della spesa ammissibile: in ogni caso, non oltre un massimo di 200.000 euro. Potranno essere finanziati unicamente i beni acquistati successivamente all’approvazione dell’elenco cronologico per l’ottenimento del contributo regionale.

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16 mar 2021

La delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore all'Istruzione, Università, Ricerca e Innovazione Fabrizio Sala prevede la riapertura dei termini di presentazione delle candidature al Premio 'Lombardia è ricerca' da parte degli scienziati italiani più importanti fino al 18 giugno 2021. L'obiettivo è consentire una più ampia partecipazione al Premio che verrà assegnato nel corso della Giornata della Ricerca. 

"E' diventato - commenta l'assessore Fabrizio Sala - negli anni il Nobel lombardo della ricerca e di questo ne siamo molto orgogliosi. Quest'anno il premio di 1 milione di euro andrà a chi si distinguerà per una scoperta scientifica che riguarda l'ambito della sostenibilità e della qualità della vita, un'area strategica sempre più importante per Regione Lombardia e per tutti i cittadini che hanno a cuore il futuro del nostro pianeta". 

Il Premio 'Lombardia è Ricerca' assegna 1 milione di euro al ricercatore o al gruppo di ricercatori che realizzano una scoperta di alto valore scientifico che presenti significative ricadute nel campo della sostenibilità ambientale al fine di un miglioramento della qualità della vita, in armonia con il sistema produttivo e la transizione verso nuovi modelli di sviluppo. 

"Il tema della sostenibilità - dice l'assessore regionale all'Ambiente e clima Raffaele Cattaneo - è cruciale nelle scelte politiche della nostra Regione, e l'innovazione è la via per affrontare le nuove sfide, soprattutto in questo anno di pandemia". 

"Lo sviluppo sostenibile infatti - chiosa Cattaneo - non guarda solo all'ambiente, ma interessa trasversalmente tutti i settori e attorno ad esso si gioca la più grande opportunità di sviluppo che abbiamo di fronte". 

"Per questo motivo - ha concluso - vogliamo dare una più ampia possibilità di partecipazione al premio, prolungando i termini per la candidatura".

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8 mar 2021

Con D.d.u.o. 10 marzo 2021 - n. 3304, pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Lombardia (BURL) serie ordinaria n. 10 di venerdì 12 marzo 2021:

la DG Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia ha approvato il bando per la presentazione delle domande di finanziamento di «Infrastrutture verdi a rilevanza ecologica e di incremento della naturalità» (d.g.r. XI /4088 del 21 dicembre 2020). 

Il bando istituisce una misura di finanziamento che persegue obiettivi di salvaguardia e valorizzazione del sistema rurale-paesistico-ambientale. Gli interventi promossi, a favore della collettività, sono di natura agroforestale e di incremento della naturalità, finalizzati ad incentivare l’infrastrutturazione verde del territorio lombardo e perseguono i seguenti obiettivi: 

  • potenziamento del sistema agroforestale di connessione dei sistemi verdi con contenimento del consumo di suolo e dei fenomeni di dispersione urbana (sprawl);
  • valorizzazione delle aree rurali e degli spazi aperti con incremento della naturalità anche in relazione alla loro fruibilità e alla qualità del paesaggio;
  • potenziamento dell’infrastruttura verde del territorio anche in coerenza con le indicazioni del Piano Territoriale Regionale e del Piano Paesaggistico Regionale;
  • costruzione della rete ecologica regionale e sue declinazioni locali; • incremento del patrimonio forestale.

Dotazione finanziaria: € 6.000.000,00. 

Possono partecipare persone fisiche o giuridiche di diritto privato e persone giuridiche di diritto pubblico, raggruppate anche in CTS, proprietarie di terreni, in ambiti di pianura e collina secondo classificazione ISTA. 

Gli interventi finanziabili sono suddivisi nelle seguenti tipologie: 

A) Bosco;

B) Sistema verde a prevalenza di bosco;

C) Sistema verde con bosco complementare;

D) Sistema verde lineare;

Per le tipologie da A) a D): spesa massima ammissibile 30.000 euro/ettaro per la realizzazione e 4.000 euro/ettaro/anno per la manutenzione triennale; 

G) acquisto di terreni (solo beneficiari pubblici) da destinare alla realizzazione delle tipologie di intervento di cui alle lettere precedenti: spesa massima ammissibile 200.000 euro più 1.500 euro per le spese notarili;

H) combinazione degli interventi di cui alle lettere da AaD con l’acquisto della relativa superficie di intervento (di cui alla tipologia G). 

Le superfici minime sono diverse a seconda della tipologia di intervento e precisamente: 1,00 ettaro per C)-D)-G) ed H); 3,00 ettari per A) e B). Superficie massima ammissibile 20 ettari.  

Apertura e chiusura domande: Ore 10:00 del 01/04/2021 - Ore 12:00 del 23/07/2021.  

Per tutte le info e per poter partecipare consulta il bando su BandiOnline a questo LINK

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3 mar 2021

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione basato sulla crescita economica, l'inclusione sociale e la tutela dell'Ambiente sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Il programma fissa 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile declinati in 169 target che possono essere associati a 5 macrocategorie (5 P): Persone, Prosperità, Pace, Partnership, Pianeta.

A valle di questo accordo l'Italia, nel dicembre 2017, ha definito la propria Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) che è diventata quadro strategico di riferimento delle politiche settoriali e territoriali, disegnando un ruolo importante per istituzioni e società civile nel lungo percorso di attuazione, che proseguirà fino al 2030.

La Città Metropolitana di Milano (CMM) è chiamata ora a delineare la propria agenda di sviluppo
sostenibile assieme al Ministero della Transizione ecologica e in condivisione con la Regione Lombardia e le altre Città metropolitane italiane.
Gli eventi di questa rassegna intendono presentare le sfide che CMM ci accinge ad affrontare e danno il via ai lavori che vedranno impegnato nel 2021 il nostro territorio nel definire l’Agenda Metropolitana Urbana dello Sviluppo Sostenibile.

Programma Mercoledì 10 Marzo 2021 Modera: Emilio De Vita, Direttore Area Ambiente e Tutela del Territorio CMM

9:00 SALUTI ISTITUZIONALI Arianna Censi, Vicesindaca Città metropolitana; Gianni Bottalico, Portavoce ASVIS Introduce: Antonio Sebastiano Purcaro, Direttore Generale CMM
9:30 Approccio Territoriale e Multi-livello agli SDGs: una Prospettiva OCSE.
Anna Piccinni, Policy Analyst, Policy Coherence for Sustainable Development Team, Public Governance Directorate OECD; Stefano Marta, Coordinator, SMEs, Regions and Cities, OECD
9:45 La strategia Nazionale dello sviluppo sostenibile e il coordinamento con i territori
Mara Cossu, Ministero della Transizione ecologica
10:15 Regione Lombardia: verso la strategia regionale di sviluppo sostenibile
Filippo Dadone, Direzione Generale Ambiente e Clima, Regione Lombardia
10:30 LA CITTA' METROPOLITANA DI MILANO VERSO UN AGENDA URBANA PER LO SVILUPPO
SOSTENIBILE Introduce: Michela Palestra, Consigliera delegata all’Ambiente CMM
Le attività di sviluppo sostenibile dell’Area Ambiente di Città Metropolitana di Milano e il percorso verso l’Agenda metropolitana
Cinzia Davoli, Area Ambiente e Tutela del Territorio CMM
Il coinvolgimento della società civile: NetLab e SOS
Valeria Fedeli, Dastu, Politecnico di Milano
I contenuti del portale dell’Agenda urbana metropolitana per lo sviluppo sostenibile
Walter Vitali, ASVIS
Definizione delle agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile e integrazione con il piano
strategico metropolitano
Edoardo Croci, Bocconi GREEN - Center for Geography, Resources, Environment, Energy and Networks
13:00 CHIUSURA DEI LAVORI

Programma Mercoledì 17 Marzo 2021 WORKSHOP AZIONI PILOTA AGENDA METROPOLITANA URBANA SVILUPPO SOSTENIBILE

9:00 SALUTI ISTITUZIONALI E INTRODUZIONE AI LAVORI DELLA GIORNATA Michela Palestra, Consigliera delegata all’Ambiente CMM; Emilio De Vita, Direttore Area Ambiente e Tutela del Territorio CMM
9:15 LE AZIONI PILOTA NELL’AGENDA URBANA DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE DI CITTÀ
METROPOLITANA DI MILANO Introduce e modera: Cinzia Davoli, Area Ambiente e Tutela del Territorio CMM
Uso sostenibile dei suoli e soluzioni basate sui processi naturali
Isabella Susi Botto, Direttrice Settore Pianificazione Territoriale e Generale, CMM
Economia Circolare: lo stato dell’arte e le strategie per nuovi scenari giuridici ed economici
Raffaella Quitadamo, Direttrice Settore Rifiuti e Bonifiche, CMM
Sara Valaguzza e Alessandro Banterle, Università Statale di Milano
10:15 LE AGENDE METROPOLITANE E I LORO CASI PILOTA Introduce e modera: Walter Vitali, ASVIS
11:30 LE AZIONI DI SVILUPPO SOSTENIBILE NEL TERRITORIO DI CITTÀ METROPOLITANA DI MILANO Introduce e modera: Valeria Fedeli, Politecnico di Milano
13:00 Domande dal pubblico
13:30 CHIUSURA DEI LAVORI

LINK DI ISCRIZIONE 10 Marzo 2021 (https://attendee.gotowebinar.com/register/8835103008500104205)

LINK DI ISCRIZIONE 17 Marzo 2021 (https://attendee.gotowebinar.com/register/1239560135591455758)

INFO: Anna Bazzo <a.bazzo@cittametropolitana.milano.it>

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22 feb 2021

Prosegue il processo di revisione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile: la Conferenza Preparatoria, organizzata nell’ambito del Progetto CReIAMO PA, è il primo degli appuntamenti che accompagneranno, nel corso del 2021, il processo di revisione triennale della SNSvS, Strategia approvata nel 2017 su proposta del MATTM per dare attuazione all’Agenda 2030 e ai suoi 17 obiettivi di Sviluppo sostenibile.

I giorni 3 e 4 marzo 2021 si potranno seguire, in diretta streaming, le 3 sessioni tematiche (descritte nelle allegate Note alle sessioni della Conferenza preparatoria) volte a favorire un momento di dialogo e confronto sul tema della sostenibilità tra istituzioni - nazionali, regionali e locali - e tra istituzioni e società civile, con particolare riferimento al Forum Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile

La Sessione di apertura "Sostenibilità è futuro" sarà dedicata al processo di revisione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), inteso come un’opportunità per inquadrare le sfide nazionali, anche nella loro rilettura determinata dal contesto di gestione del post-pandemia e in riferimento alla definizione di un rafforzato quadro di valutazione delle
politiche e degli investimenti pubblici ispirato alla sostenibilità.
La sessione sarà condotta attraverso l’interazione tra attori statali e non statali.

La seconda Sessione "Sostenibilità è giovani" è dedicata ai temi del coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali e dell’interrelazione tra giovani, imprese e sostenibilità.
Il dialogo e il coinvolgimento strutturato dei giovani nei processi decisionali è infatti un tema di rilevante importanza per il Ministero dell’Ambiente.

La terza Sessione "Sostenibilità è coesione teritoriale" è dedicata ai temi della “territorializzazione” degli obiettivi di sviluppo sostenibile con il coinvolgimento di Regioni, Province Autonome e Città Metropolitane impegnate nei processi di definizione delle Strategie Regionali di sostenibilità in un cammino di adesione e coerenza con la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS).

Sul sito del MATTM la comunicazione è poubblicata al seguente link: https://www.minambiente.it/notizie/verso-la-conferenza-nazionale-lo-sviluppo-sostenibile-insieme-il-futuro-un-rilancio

Tutti gli aggiornamenti, compreso il Programma - una volta che sarà reso pubblico, e il link alla diretta streaming verranno inseriti sulla pagina del Ministero dedicata alla Conferenza che può trovare a questo link https://www.minambiente.it/pagina/verso-la-conferenza-nazionale-lo-sviluppo-sostenibile

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26 gen 2021

UE 2021-2027

Regione Lombardia, con il Decreto n. 295 del 18 gennaio 2021, in coerenza con la DGR 4151 del 30 dicembre 2020, ha promosso la presente manifestazione di interesse allo scopo di selezionare i comuni, e le relative strategie di sviluppo urbano sostenibile, nei quali i Programmi Operativi Regionali FESR ed FSE+, nel periodo di programmazione europea 2021-2027, concentreranno risorse per affrontare il tema della disuguaglianza in ambiti urbani, sostenendo l’attuazione di specifiche strategie di sviluppo urbano sostenibile.

Possono rispondere alla presente iniziativa, Comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore a 50.000 abitanti.

L’obiettivo strategico del percorso, che si avvia con la manifestazione di interesse, è la selezione, implementazione e la successiva attuazione di strategie di rigenerazione sostenibile di alcune aree urbane che, facendo leva sulla dimensione dell’abitare, della scuola e della qualità dei servizi sociosanitari, puntino ad aumentare l’inclusione sociale delle popolazioni più fragili (per età, genere e vulnerabilità materiale ed immateriale), riducendo le disuguaglianze materiali ed immateriali e ponendo al centro le comunità locali.

L’obiettivo generale perseguito dalla Regione Lombardia nell’attuazione delle politiche di sviluppo urbano nel ciclo di programmazione 2021-2027 è la rigenerazione sostenibile di contesti urbani caratterizzati da condizioni di fragilità, facendo leva sulla dimensione dell’abitare, della scuola e della qualità dei servizi sociosanitari, puntando all’inclusione sociale delle popolazioni più fragili (per età, genere e vulnerabilità materiale ed immateriale), riducendo le disuguaglianze e ponendo al centro le comunità locali. L’intervento deve essere materiale, sullo spazio pubblico, sul costruito, sulla dotazione di servizi, ed immateriale, attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, con la promozione dell’economia urbana, attraverso il rafforzamento delle competenze, ecc.

Questa attività concorre al conseguimento dell'Obiettivo 11 dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

Il testo completo del Bando ove si specificano le modalità di partecipazione si trova a questo link https://www.ue.regione.lombardia.it/wps/portal/PROUE/UE/Bandi/DettaglioBando/agevolazioni/manifestazione-interesse-strategie-sviluppo-urbano

 

 

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25 gen 2021

Condividere informazioni, dati e buone pratiche è uno dei principali fattori di successo di un progetto Interreg di ampio respiro come PLASTECO, che coinvolge regioni ed enti locali di 8 Paesi: Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Romania, oltre all’Italia. Ecco perché una delle attività più rilevanti dell’iniziativa è la pubblicazione di report che consentono di conoscere e replicare le migliori policy presentate dai partner del progetto. L’ultima pubblicazione della serie è un’analisi comparativa delle policy che promuovono la raccolta differenziata, la selezione e il riciclaggio dei rifiuti in plastica nei territori degli enti partner.  

Ben 35 le policy considerate, di cui sei dall’Italia, rappresentata dal partner Regione Lombardia. E nella Top Ten delle politiche messe in evidenza dal rapporto sono afferenti alla Lombardia tre progetti, quasi un terzo del totale.  

 Il primo è Plastica Consapevole, un’iniziativa che ha consentito di ridurre drasticamente il ricorso alle bottiglie d’acqua in plastica a Palazzo Lombardia, sede istituzionale della Regione, grazie all’installazione in 30 aree break di distributori di acqua purificata in aggiunta ai 3 già esistenti. Per rafforzare ulteriormente la sensibilizzazione, in parallelo è stata condotta una campagna di comunicazione all’insegna dell’hashtag #plasticaconsapevole ed è stata allestita in diversi spazi comuni dell’edificio una mostra della fotografa britannica Mandy Barker, nota per le sue immagini che documentano in modo artistico il percorso dei rifiuti in plastica. 

 Il secondo progetto italiano messo in evidenza si chiama RiVending, una campagna di raccolta dei bicchierini da caffè e palette in polistirolo erogati dai distributori automatici nei punti di ristoro. L’iniziativa che è stata patrocinata anche da Regione Lombardia, attraverso una raccolta dedicata, ha permesso di semplificare il processo di selezione avviando un materiale omogeneo alla produzione di materia prima seconda. Un approfondimento è stato infine dedicato alla valorizzazione da parte di Regione Lombardia della “ecotassa” applicata, come leva di sostenibilità, ai rifiuti avviati a smaltimento in discarica o ad incenerimento senza recupero energetico, con un meccanismo premiale per gli impianti che raggiungono performance di recupero ottimali. 

Di rilievo, tra le policy selezionate negli altri Paesi, l’ampliamento della raccolta differenziata per le frazioni in plastica nella regione della Stiria (Austria), il progetto francese Orplast per incentivare i produttori a utilizzare materiali rigenerati e, sempre in Francia, la creazione di un Osservatorio sullo smaltimento dei rifiuti nella regione Auvergne-Rhône-Alpes. Il report completo è disponibile qui 

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25 gen 2021

Come gestire le acque urbane in modo da prevenire la dispersione di microplastiche nell’ambiente? Questo il tema chiave al centro dell’ultimo workshop di PLASTECO, il progetto Interreg per la riduzione dei rifiuti in plastica, tenutosi in formato digitale il 24 novembre scorso. Un’intera giornata articolata in due parti: 6 presentazioni di esperti al mattino – con la possibilità per i 71 partecipanti di rivolgere domande ai relatori – e al pomeriggio 6 sessioni interattive in altrettante stanze virtuali, che hanno coinvolto nel complesso 42 partecipanti (per ulteriori dettagli, vedi l’articolo dedicato nella nostra newsletter.

L’Italia, e in particolare la Lombardia, sono state tra i grandi protagonisti della giornata grazie a due iniziative presentate rispettivamente da Francesca Malpei, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICA) del Politecnico di Milano, e Roberto Saettone, responsabile tecnico-normativo di PlasticsEurope Italia, membro italiano della federazione europea dei produttori di materie plastiche PlasticsEurope.

La prof. Malpei ha presentato il contributo in tema di gestione delle acque di LE2C, il Lombardy Energy Cleantech Cluster. Grazie a 3 gruppi di lavoro cui, dal febbraio 2018, hanno partecipato 50 rappresentanti di 14 istituzioni, sono stati raccolti preziosi dati sui contaminanti emergenti e le microplastiche. Nell’ottobre scorso ne è stato tratto un rapporto, che forniva anche raccomandazioni quali lo sviluppo di linee guida di campionatura e analisi, l’avvio di campagne di monitoraggio, o la redazione di report sulla presenza di microplastiche nelle acque reflue (il rapporto è disponibile qui).

Il dott. Saettone ha invece parlato di Operation Clean Sweep®, un’iniziativa promossa da PlasticsEurope per prevenire la dispersione di pellet in plastica nell’ambiente e nelle acque in particolare. Seconda maggiore fonte di microplastiche primarie, i pellet rappresentano infatti il 2% circa di tutti i rifiuti plastici nell’ambiente. Grazie all’implementazione delle strutture produttive, la formazione e la promozione e monitoraggio di buone pratiche, Clean Sweep® mira in prospettiva ad azzerare il rilascio di piccoli residui. L’Italia è tra i Paesi più rappresentati nell’iniziativa, con tres organizzazioni: Amaplast, Federchimica (cui aderisce PlasticsEurope Italia) e Assocomaplast.

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16 dic 2020

Martedì 15 dicembre ha avuto luogo il CircE Milan final virtual event (il cui programma alleghiamo a questa news) evento conclusivo di disseminazione del progetto CircE – European Regions toward Circular Economy dedicato alla presentazione dei risultati del progetto, raccontati attraverso la voce di tutti i protagonisti: Segretariato del Programma Interreg Europe, Stakeholders, referenti dei partner, tecnici che hanno supportato l’attività del progetto.

Un momento significativo del meeting è stata la tavola rotonda che ha visto coinvolti i rappresentanti politici del partenariato (per Regione Lombardia l’Assessore all’Ambiente e Clima, Raffale Cattaneo), che hanno affrontato il tema cruciale dell’integrazione dei fondi europei per supportare l’economia circolare e come risorsa per orientare una più efficace e sostenibile ripresa economica a valle della pandemia.

Per conoscere più in dettaglio attività e risultati del progetto e il set di metodologie utilizzate per analizzare le filiere al fine individuare opportunità di economia circolare, è possibile scaricare la Pubblicazione finale, disponibile qui in allegato in lingua italiana e inglese.

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23 nov 2020

Si sono chiusi i lavori della tre giorni che Regione Lombardia ha dedicato alla sostenibilità, nell’ambito del percorso avviato per la costruzione della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile.

Tre giorni intensi di eventi e approfondimenti per riflettere sulle prospettive di sviluppo, proprio in questo momento di forte difficoltà per l’economia e la società a causa della pandemia.

Come ha confermato il Presidente Fontana all’apertura del Forum “La sostenibilità è il tema che sostiene il nostro futuro” ed è quindi un riferimento imprescindibile per la ripartenza.

 

Nei prossimi giorni, tutti i video delle diverse sessioni che hanno caratterizzato il Forum verranno messi a disposizione nella sezione dedicata su questo sito, con l’intenzione di discuterne ancora e raccogliere le ulteriori riflessioni da parte di tutti gli interessati.

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16 set 2020

L’Italia di fine secolo? Con temperature più alte di 2 gradi nella migliore delle ipotesi, addirittura di 5 gradi nello scenario peggiore. Nel Belpaese sarà netto l’aumento di incendi e di malattie legate a stress termico e inquinamento, ci saranno danni in tutti i settori - in particolare agricoltura e turismo - e, nel complesso, l’insieme delle conseguenze dei cambiamenti climatici si tradurrà in un calo dell’8% del PIL pro capite.

Ecco quello che potrebbe essere il nostro futuro da qui a 30 anni, secondo un rapporto inedito. È l’“Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in Italia” curato dai 30 esperti della Fondazione CMCC, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici fondato per studiare i cambiamenti climatici, e realizzare modelli sulla loro interazione con la nostra società.

L’ “Analisi” mette in fila, per la prima volta in modo integrato, i rischi principali che correremo a seconda dei diversi livelli di riscaldamento globale. Allo stesso modo, il rapporto CMCC punta a evidenziare le priorità di intervento: nei processi decisionali, nelle politiche pubbliche, nei programmi di investimento e nella pianificazione della spesa pubblica.

I punti salienti

I diversi modelli climatici sono concordi nel valutare un aumento della temperatura fino a 2°C nel periodo 2021-2050 (rispetto a 1981-2010). Nello scenario peggiore, l’aumento della temperatura può raggiungere i 5°C.

È prevista una diminuzione delle precipitazioni estive nelle regioni del centro e del Sud, e un aumento di eventi precipitazioni intense. In tutti gli scenari aumenta il numero di giorni caldi e dei periodi senza pioggia.

Per quanto riguarda gli eventi estremi, si legge, “la probabilità del rischio è aumentata in Italia del 9% negli ultimi vent’anni”.

Inevitabili le ricadute economiche. Lo studio spiega che “i costi degli impatti dei cambiamenti climatici in Italia aumentano rapidamente e in modo esponenziale al crescere dell’innalzamento della temperatura nei diversi scenari, con valori compresi tra lo 0,5% e l’8% del Pil a fine secolo. I cambiamenti climatici aumentano la disuguaglianza economica tra regioni. Tutti i settori dell’economia italiana risultano impattati negativamente dai cambiamenti climatici, tuttavia le perdite maggiori vengono a determinarsi nelle reti e nella dotazione infrastrutturale del Paese, nell’agricoltura e nel settore turistico, nei segmenti sia estivo sia invernale”.

L’impatto specifico sulle città

In seguito all’incremento nelle temperature medie ed estreme, alla maggiore frequenza (e durata) delle ondate di calore e di eventi di precipitazione intensa, bambini, anziani, disabili e persone più fragili saranno coloro che subiranno maggiori ripercussioni. Sono attesi, infatti, incrementi di mortalità per cardiopatie ischemiche, ictus, nefropatie e disturbi metabolici da stress termico e un incremento delle malattie respiratorie dovuto al legame tra i fenomeni legati all’innalzamento delle temperature in ambiente urbano (isole di calore) e concentrazioni di ozono (O3) e polveri sottili (PM10).

Rischio geo-idrologico e risorse idriche

Da un lato ci si attende lo scioglimento di neve, ghiaccio, con possibili ed evidenti enomeni di dissesto nelle zone alpine e appenniniche, un ulteriore aumento di frane e del rischio di idraulico per piccoli bacini.

Dall’altro è prevista la riduzione “della risorsa idrica rinnovabile, sia superficiale che sotterranea, in quasi tutte le zone semi-aride”. La qualità dell’acqua e la sua stessa disponibilità diventano dunque a rischio, specie d’estate quando aumenta la domanda, per settori diversi: da quello civile a quello industriale, da  quello agricolo a quello per la produzione dell’energia. .

Gli incendi

Con l’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni medie annue, la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi quali le ondate di calore o la prolungata siccità, il rapporto prevede un prolungamento della ‘stagione’ degli incendi e un aumento delle giornate con pericolosità estrema che, a loro volta, si potranno tradurre in un aumento delle superfici percorse con conseguente incremento nelle emissioni di gas a effetto serra e particolato.

Il rapporto completo e altri materiali sono disponibili su:
https://www.cmcc.it/it/analisi-del-rischio-i-cambiamenti-climatici-in-italia

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1 set 2020

Apre il primo settembre il bando con cui Regione Lombardia stanzia in tutto mezzo milione di euro per favorire la bonifica di siti potenzialmente contaminati.

Le domande potranno essere presentate esclusivamente online, collegandosi al sito informativo della piattaforma regionale ‘Bandi online’ , da oggi fino al 30 settembre 2020.

Come indicato nel decreto dell’Assessorato regionale all’Ambiente e Clima, il bando si rivolge a soggetti pubblici e privati del territorio lombrdo, purché non responsabili della contaminazione, e ai Comuni lombardi.

I finanziamenti

Le risorse disponibili sono complessivamente di 500 mila euro. L’importo massimo riconosciuto per ciascuna attività non potrà essere superiore a 50 mila euro per la redazione, integrazione o aggiornamento del Piano di caratterizzazione. Non oltre i 100 mila euro per l’esecuzione del Piano di caratterizzazione.

 

Il contributo, infine, non dovrà superare i 25 mila euro per la redazione dello studio di fattibilità urbanistico-edilizia.

Gli obiettivi

“La finalità di questo bando – ha spiegato l’assessoread Ambiente e Clima – è quella di promuovere l’avvio dei processi di bonifica e di rigenerazione dei siti potenzialmente inquinati. Vogliamo incentivare, ad esempio, gli studi di fattibilità necessari alla riqualificazione e al recupero delle aree potenzialmente contaminate. E vogliamo anche ridurre il consumo di suolo”.

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29 lug 2020

La Sostenibilità? Oggi fa rima con nuove possibilità di lavoro e nuove professionalità. Lavori ‘green’, per cui sono richieste però competenze specifiche. Per questo, dopo il successo della prima edizione anche per il prossimo anno accademico 2020-2021 torna il Master di II livello in “Sustainable Development Jobs”: il primo, in Italia, a offrire un percorso multidisciplinare di alta formazione per acquisire conoscenze richieste nelle nuove professioni della sostenibilità.

I contenuti

Il Master è frutto di un’ampia condivisione di intenti. È promosso dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca e da Fondazione G. Feltrinelli, in collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Pavia, l’ASviS (l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e la RUS (la Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile), e diretto da Matteo Colleoni - ordinario in Sociologia dell’ambiente e del Territorio alla Bicocca.

Il percorso, della durata di un anno, guarda alle tante sfide poste da uno Sviluppo Sostenibile: economia circolare, riorganizzazione degli spazi urbani, ideazione di nuovi modelli di consumo, integrazione di strumenti di progettazione partecipata, ma anche innovazione sociale, comunicazione, sensibilizzazione.

L’obiettivo è quello di una piattaforma di insegnamenti, pratiche, competenze e network in grado di generare un percorso professionalizzante per studenti e un piano di aggiornamento per professionisti del settore, superando i verticalismi dell’approccio settoriale.

I Sustainable Development Jobs includono una serie di figure innovative e trasversali a istituzioni, enti di ricerca e organizzazioni internazionali, in grado di lavorare ai più svariati livelli della sostenibilità: dal resilience officer al sustainability manager, dal monitoraggio alla valutazione degli impatti sociali e ambientali.

Iscrizione e scadenze

Trenta i posti disponibili, previste anche borse di studio.
Le iscrizioni al Master si chiudono il prossimo 11 settembre. La prova di selezione dei candidati si terrà il 22 settembre, l’inizio dei corsi è previsto per il 23 ottobre. Da maggio a settembre 2021 si terranno gli stage formativi, mentre la prova finale per il diploma a ottobre 2021.

Maggiori informazioni a questo link.