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15 ott 2021

Nel 2100, le temperature globali saliranno di 2,1 gradi: dunque oltre la soglia dei 2 gradi fissata come obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima per arginare il surriscaldamento del Pianeta. Così avverte la IEA, Agenzia Internazionale dell’Energia. Mentre sul web irrompono le immagini tratte da un sito, che utilizza l’Intelligenza Artificiale per mostrare come la nostra casa, o i luoghi simbolo della nostra città, potrebbero trasformarsi per effetto dei cambiamenti climatici.

C’è insomma dato, da allarme rosso, e c’è la potenza dirompente del ritratto dei luoghi a noi più vicini, in tutti i sensi: inondati per effetto dell’innalzamento dei mari o di inondazioni dovute a fenomeni metereologici sempre più estremi, coperti da una cappa pesante di smog, oppure dai fumi degli incendi provocati dalla maggiore aridità. Così li ‘fotografa’ l’Intelligenza Artifciale, elaborando i dati relativi alle previsioni attualmente disponibili sugli effetti del Climate Change.

Basta inserire un indirizzo, perché venga geolocalizzato, e ‘scegliere’ l’effetto dei cambiamenti climatici che si vuole visualizzare: mentre l’immagine viene preparata, il sito offre alcuni numeri di impatto sulle emergenze già create nel mondo dai cambiamenti climatici, oltre a indicare alcune possibili azioni di contrasto.

Una percezione più diffusa dei rischi

Da un lato la comunicazione della IEA, dall’altro quella di This Climate does not exist: il messaggio lanciato è lo stesso. C’è poco tempo per invertire la rotta, e quando fatto finora non basta, anche perché non c’è una percezione realmente diffusa degli effetti concreti che ognuno di noi patirà nella sua quotidianità quando le strade, le piazze, le città e i mari che conosciamo cambieranno volto.

Il 10% delle popolazione mondiale, ad esempio, vive in zone destinate a essere sommerse dall’innalzamento di mari e oceani, come conseguenza del riscaldamento globale prodotto dalle emissioni di gas climalteranti.

Da qui parte il monito contenuto nel World Energy Outlook, il rapporto annuale sullenergia nel mondo curato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia.

Il problema è che dopo la ‘boccata d’ossigeno’ portata dagli stop a numerosissime attività umane imposti dalla pandemia lo scorso anno, le emissioni di CO2 sono tornate a crescere in modo netto. E rischiano di raggiungere uno dei loro massimi picchi.

World Energy Outlook: cosa ci racconta

In questo contesto il report del World Energy Outlook analizza tre possibili scenari. Ecco, anche assumendo per buono quello degli Impegni annunciati - e cioè dei nuovi obiettivi di decarbonizzazione che varie Nazioni (fra i quali USA e UE) hanno per ora solo promesso (quelli di Parigi sono ormai considerati insufficienti), il riscaldamento globale al 2100 sforerà comunque i 2 gradi e arriverà a 2,1 gradi.

Più chiaramente: “Gli attuali impegni sul clima porterebbero nel 2030 ad appena il 20% della riduzione delle emissioni, che sarebbe invece necessaria per raggiungere il target di zero emissioni al 2050”, sintetizza il direttore esecutivo della IEA Fatih Birol.

La transizione ecologica insomma è cominciata. Ma è troppo lenta. Bisogna accelerare, e per farlo occorrono investimenti. Anche qui, il report traduce in cifre: devono almeno triplicare nell’arco dei prossimi 10 anni. E il 70% di questo incremento di investimenti in energia pulita deve interessare i Paesi emergenti.

Ecco il tema che i governi dovranno affrontare alla Cop26, la conferenza ONU sul clima in programma a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre: ovvero come incrementare rapidamente le tecnologie pulite e resilienti del futuro.

Come accelerare

Una missione impossibile? Niente affatto: investire di più si può, e conviene - non solo all’ambiente.

Sempre secondo il World Energy Outlook, più del 40% delle riduzioni di emissioni necessarie verrebbe da misure che si ripagano da sole, come migliorare l’efficienza energetica, limitare le fughe di gas, installare impianti eolici o solari in luoghi dove ora sono altre le tecnologie più competitive.

Occorre dunque investire su pannelli solari, batterie al litio, pale eoliche, elettrolizzatori e celle a combustibile. Questo porterebbe anche, stima il report, alla creazione di milioni di nuovi posti di lavoro. Già oggi, sulla base degli obiettivi di decarbonizzazione annunciati al momento dagli Stati, nel 2030 si potrebbero avere 13 milioni di occupati in più nel settore dellenergia pulita e in quelli collegati.

 

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24 set 2021

È prevista per domenica 26 settembre 2021, con uno slittamento dovuto alle limitazioni legate alla pandemia, la Giornata del Verde Pulito, promossa da Regione Lombardia per diffondere consapevolezza e iniziative concrete sulle tematiche ambientali.

Tale data coincide con quella in cui si svolge “Puliamo il Mondo”, il tradizionale appuntamento di Legambiente: questa coincidenza ha permesso una nuova collaborazione tra Regione e Legambiente per l’organizzazione della giornata.

La Giornata del Verde Pulito riveste da vari anni un ruolo significativo nel contesto regionale, sia di sensibilizzazione e informazione ai cittadini, sia di realizzazione di azioni concrete di pulizia e sistemazione di aree a verde nei Comuni che aderiscono all’iniziativa.

A oggi risultano aderenti alla Giornata del Verde Pulito oltre 110 Comuni, oltre a 32 tra associazioni, scuole ed enti gestori di riserve naturali.

La social call fotografica e un evento il 18/11

Nel 2019 è stata ideata una social call fotografica legata all’evento, cui hanno aderito 38 comuni lombardi, che sono stati invitati a postare la foto più rappresentativa della giornata su un evento Facebook appositamente creato. In quella occasione il Comune di Rogolo (SO) vinse la social call, avendo ottenuto più “mi piace” (considerati in rapporto alla popolazione del Comune).

Nel 2020 l’evento è stato purtroppo annullato, a causa dell’emergenza pandemica in atto.

Quest’anno si ripropone la social call, con l’invito a postare su Facebook la foto più rappresentativa della giornata. Saranno proposte tre categorie di comuni, in base alla popolazione: sotto i 5.000 abitanti, tra 5.000 e 15.000 abitanti e sopra i 15.000 abitanti. Infine, riceverà una menzione speciale la foto più emblematica fra tutte quelle pubblicate.

Il 18 novembre all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia saranno premiati tutti i comuni partecipanti, in un evento organizzato da Regione e dall’Assessore all’Ambiente e Clima, con la partecipazione della Presidente di Legambiente Lombardia.

Una lunga storia

Nel 1987 un gruppo di 18 Comuni della Brianza organizzò, con la partecipazione di associazioni ambientaliste e sportive, la prima Giornata del Verde Pulito.

Nel 1991 è stata approvata la legge regionale n.14, che istituisce ufficialmente la Giornata del Verde Pulito da realizzarsi in una domenica nei mesi di aprile e maggio.

Dal 2002, a seguito dell’approvazione della l.r. 1/2000, sono state delegate alle province le funzioni relative alla promozione e coordinamento della Giornata del verde pulito di cui alla l.r. 14/1991, mentre è rimasta in capo al Presidente della Giunta regionale la competenza a definire la data della manifestazione.

L’istituzione della giornata, con la sua azione di stimolo e sensibilizzazione, ha contribuito a consolidare nei Comuni lo svolgimento di iniziative sul territorio e ha stimolato la nascita di vari Parchi locali di interesse sovracomunale.

La centralità dell'educazione ambientale

In particolare, si è dato impulso ad azioni dirette a ripulire i boschi, le sponde dei laghi, dei fiumi e di altri corsi d’acqua, nonché le aree verdi di proprietà pubblica o soggette a fruizione pubblica, a eventi di sensibilizzazione e coinvolgimento delle scuole e dei cittadini in azioni personali per un consumo consapevole e per la formazione di una cultura e di una coscienza ambientale.

Un altro elemento importante per la Giornata del Verde pulito è costituito dall’educazione ambientale. Il rapporto con le giovani generazioni e con il mondo degli adulti, dei fruitori, degli amanti del verde e della natura, di tutti i cittadini è un tassello fondamentale per uno sviluppo sostenibile e per far crescere il senso di responsabilità e appartenenza che porta ad attivarsi in prima persona nella difesa del bene comune.

 

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22 set 2021

Il Premio intende porre l’attenzione sull’importanza del riciclo/riuso, sullo scambio di risorse e la condivisione dei processi produttivi e di gestione per migliorare la qualità degli interventi, favorendo percorsi verso sistemi eco-industriali che limitino al massimo i sottoprodotti non utilizzati, il loro smaltimento e la conseguente dispersione nell’ambiente.
Promuovere le opportunità offerte dai modelli di simbiosi industriale per lo sviluppo dell’economia circolare e la diffusione delle buone pratiche realizzate.

Possono candidarsi Enti locali e mondo dell’impresa che, negli anni 2020-2021, abbiano realizzato, avviato, o anche solo approvato ed autorizzato, interventi di diminuzione dei rifiuti e di uso efficiente dei materiali di scarto.

Sarà assegnato un premio per le seguenti categorie:
Enti locali: categoria 1: comuni fino a 30.000 abitanti; categoria 2: comuni oltre 30.000 abitanti
Mondo dell’impresa: categoria 1: fatturato fino a 30 milioni; categoria 2: fatturato oltre i 30 milioni.

Il termine per la presentazione delle candidature è venerdì 26 novembre 2021.
Per candidarsi è necessario inviare l’allegato al presente documento:
scheda di partecipazione, compilata e sottoscritta dal legale rappresentante
(o da altro soggetto autorizzato)
per posta elettronica mantenendo il formato PDF della scheda di partecipazione a:
info@versounaeconomiacircolare.it

 

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10 set 2021

Le città sono, e sempre più saranno, il fulcro dello sviluppo umano. Ecco perché un nuovo modello di sviluppo, più sostenibile, non può che passare da un ripensamento in chiave di economia circolare delle attività legate ai sistemi urbani: mobilità, gestione delle risorse idriche e dei rifiuti, energie rinnovabili ed efficienza energetica, aumento delle superfici di verde urbano.

Questo fa capire, e testimonia con dati, il Quaderno “Economia Circolare e Città Verdi” pubblicato il 6 settembre da Symbola, Fondazione che promuove Green economy, cultura e coesione sociale.

Città responsabili del 70% delle emissioni di carbonio

Basta partire da alcuni numeri: il 55% della popolazione mondiale vive in paesi e città, percentuale che entro il 2050 si prevede possa aumentare fino a raggiungere il 70%. Nonostante le città occupino meno del 2% del territorio mondiale, producono l’80% del PIL e oltre il 70% delle emissioni di carbonio .

Questi dati ci dicono che politiche orientate alla transizione ecologica non possono prescindere da una considerazione specifica del ruolo delle città: per la percentuale di popolazione mondiale che accolgono, per la loro complessiva impronta ecologica ma anche perché - come raccontano altre cifre - proprio i nuclei urbani sono i più sensibili agli effetti dei cambiamenti climatici.

“In tutti i continenti -  riporta dunque il Quaderno a cura di Symbola - le città risultano fortemente esposte a maggiore frequenza e intensità di eventi estremi, dalle alluvioni improvvise a periodi siccitosi; aumento della temperatura con il verificarsi di ondate di calore sempre più violente e innalzamento del livello del mare. Ad esempio, 3/4 di tutte le grandi città si trovano sulla costa e più della metà della popolazione mondiale vive entro 60 chilometri dal mare”.

Allo stesso tempo, come detto più sopra “le città sono anche causa dei cambiamenti climatici, dal momento che le attività a livello urbano sono la principale fonte di emissioni di gas-serra”.

In allegato il report completo.

Da Smart a Green City, un nuovo paradigma

Ecco perché interrogarsi sulla trasformazione dei centri urbani in “Città verdi” e sostenibile è imprescindibile. Symbola insiste in particolare sul passaggio da Smart City a Green City. Tenendo conto che il concetto di ‘smart’ si è evoluto e “via via riempito di

nuovi significati, indicando città in grado di gestire le risorse in modo intelligente, resilienti agli eventi naturali, progettate attorno ai propri cittadini e per questo

attente alla qualità della loro vita e ai loro bisogni”. Non solo: l’idea di fondo è che le città di domani, se sostenibili, potranno essere il cardine di uno sviluppo anche economico a partire da nuove attività e lavori green. Già oggi poi, seguendo questa direzione, la transizione energetica oltre a combattere il Climate Change può diventare il cuore della ripresa post-Covid.

Il documento - redatto insieme a IILA, Istituto italo-latino americano - presenta dunque best practice, trend e analisi su 5 aree, quelle dei principali ambiti di cui le politiche urbane devono occuparsi per rendere green la città: Acqua, Mobilità, Materia, Energia, Verde e Agricoltura Urbana.

Sempre tenendo presenti i due livelli di cui si compone ogni centro urbano: quello fisico, delle infrastrutture, dei servizi e delle tecnologie; e quello immateriale - ma determinante - dato da persone, relazioni, culture e dinamiche sociali che letteralmente fanno una città.

Le 5 aree di analisi, le best practice e le soluzioni proposte

Per fare un esempio, andando ad approfondire il tema dell’acqua si parla di Approvvigionamento e tutela della risorsa; Riduzione perdite e sprechi d’acqua; Trattamento delle acque reflue urbane ed eliminazione nuovi inquinanti; Riduzione e reimpiego fanghi di depurazione; Governance innovativa; Gestione deflusso acque meteoriche.

Accanto ai temi, vengono indicate tecnologie e soluzioni su cui puntare in questo ambito: nel caso dell’acqua, si tratta di Urban design; Sensorizzazione della rete; Big data e data analysis; Contatori intelligenti; Recupero, smaltimento o riutilizzo fanghi; Pianificazione deflussi.

Infine, interessanti e preziose sono le best practice riportate. Sempre a proposito di gestione delle risorse idriche, ecco allora la segnalazione - tra le soluzioni emergenti - di quella per il recupero di materia dai fanghi di depurazione avviata da Gruppo CAP a Truccazzano, con un innovativo impianto per il recupero della cellulosa dai fanghi dalle acque reflue attraverso un sistema di multifiltraggio.

Si tratta del primo impianto del genere in Italia, capace di estrarre cellulosa da riutilizzare per la produzione di compositi e biopolimeri nell’industria di plastica e bioplastica, e nella produzione di materiale da costruzione come l’asfalto stradale: esempio concreto di economia circolare.

“Un processo - si legge - che migliora anche la successiva fase di depurazione, perché le acque reflue prive di cellulosa sono più facili da trattare. La rimozione delle sostanze inquinanti risulta così più efficace, producendo anche un risparmio energetico, a tutto vantaggio dell’ambiente”.

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3 set 2021

Regione Lombardia finanzierà, attraverso il Piano Lombardia, un primo elenco di interventi per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Si tratta in particolare di lavori di depavimentazione, di rinverdimento di aree pubbliche e forestazione urbana. La proposta è dell’assessore all’Ambiente e Clima.

Lo stanziamento a disposizione di tutti Comuni della Lombardia è di 5 milioni di euro. La priorità nel finanziamento degli interventi sarà data a quei Comuni che hanno sottoscritto con Regione Lombardia Accordi quadro di sviluppo territoriale o Accordi di programmazione negoziata. Obiettivo, attenuare e contenere gli effetti dei cambiamenti climatici e il rischio idraulico che ne deriva.

L’assessore: alleggeriranno carico idrico reti fognarie

“Abbiamo la necessità  – spiega l’assessore ad Ambiente e Clima – di affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici ed eventi come quelli che si sono verificati nella nostra Regione in queste ultime settimane, con piogge intense, esondazioni e allagamenti. Gli interventi che saranno finanziati permetteranno allora di alleggerire il carico idrico che grava sulle reti fognarie. Consentiranno inoltre di contrastare la formazione di isole di calore e di incrementare le zone d’ombra. In questo modo quindi ossigeneranno l’aria, facendo da barriera alla diffusione delle polveri. Sarà possibile così fronteggiare meglio i cambiamenti del clima a livello locale”.

Transizione ecologica e uso del suolo

“Regione Lombardia – prosegue l’assessore – vuole accompagnare i Comuni nel percorso di transizione ecologica, prioritaria tra l’altro per tutta Italia. Questa transizione va perseguita mediante un nuovo modello di uso del suolo. Da una parte è infatti necessario rendere più permeabili le aree impermeabilizzate come parcheggi e piazze, per favorire la penetrazione delle acque meteoriche e ridurre il rischio di allagamenti. Dall’altra occorre invece incrementare la presenza di alberi e arbusti, nella consapevolezza che svolgono funzioni ecosistemiche importanti oltre che di decoro urbano”.

La Call e la selezione di Ersaf

Il contributo regionale sarà pari al 90% delle spese ammissibili. La selezione dei progetti più idonei, in relazione alle risorse disponibili, viene affidata a Ersaf. Sarà impostata come una ‘Call for Ideas’ e strutturata su due cicli di ‘raccolta’ di proposte.

Una prima Call si apre nel 2021, con la raccolta progetti dal 1° settembre al 15 ottobre e la valutazione dal 16 ottobre al 30 novembre. La seconda call arriverà invece nel 2022, con la raccolta progetti dal 1° gennaio al 28 febbraio e valutazione dal 1° marzo al 15 aprile

I requisiti

La Call si concentra su interventi di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici che siano basati sull’impiego di SuDS – Sustainable Drainage System, per rendere più permeabili le aree urbane e favorire l’infiltrazione delle acque meteoriche, e ridurre così il rischio di allagamenti e la formazione di isole di calore, anche grazie ad interventi di piantumazione. 

Possono partecipare tutte le Amministrazioni comunali di Regione Lombardia, con alcune priorità ai Comuni che hanno sottoscritto insieme a Regione Lombardia Accordi Quadro di Sviluppo Territoriale (ai sensi dell’allora l.r. 2/2003, ora sostituita dalla l.r. 19/2019), o Accordi di Programmazione negoziata (ai sensi della legge n.662/1996). 

I progetti possono avere un valore compreso tra 30 mila e 500 mila euro.

La selezione dei progetti avverrà con una procedura di valutazione a graduatoria.

Come partecipare

La domanda di partecipazione va inviata a ersaf@pec.regione.lombardia.it

Per ogni informazione è possibile scrivere a call4ideas@ersaf.lombardia.it

Per saperne di più clicca qui.

 

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27 ago 2021

Ha come focus il tema della sostenibilità il Premio internazionale “Lombardia è Ricerca”, il riconoscimento da 1 milione di euro che ogni anno Regione Lombardia assegna nella Giornata della Ricerca (per sapere di più sull’edizione 2020-2021 del Premio, clicca qui).

Presidente della Giuria di 15 top scientists chiamata a valutare le scoperte scientifiche candidate - che possono spaziare dalla transizione energetica verso fonti rinnovabili alla mobilità sostenibile, dalla gestione ecocompatibile del ciclo di vita dei materiali alla riduzione di emissioni di CO2 - è Andrea C.Ferrari, Professore di Nanotecnologia all’Università di Cambridge UK, Direttore del Cambridge Graphene Centre, Science and Technology Officer e Chair del Management Panel della European Graphene Flagship (programma di ricerca varato dalla UE nel 2013 e che continuerà in Horizon Europe).

In questa video intervista, oltre a presentare risultati e prospettive degli studi sul grafene, materiale innovativo con moltissime applicazioni, il professor Ferrari ci parla dunque della centralità di una prospettiva sostenibile per la ricerca scientifica.

La sostenibilità è infatti divenuta centrale, ancor più con la pandemia, nella ricerca di materiali e dispositivi che permettano un minor consumo di energia e risorse naturali.

Scopri di più, guarda la video intervista realizzata dalla piattaforma Open Innovation:

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26 ago 2021

Regione Lombardia sta redigendo un Documento sulla Strategia regionale per la biodiversità, ove emerge una visione che superi i confini delle aree protette interessando anche le aree rurali e urbane, in cui la biodiversità può essere salvaguardata attraverso gli strumenti a disposizione di Regione (una precedente news sul tema è presente a questo link)

Ci si pone anche l’obiettivo di contribuire al raggiungimento dei target prefissati a livello nazionale e comunitario, infatti la perdita progressiva della biodiversità (ossia la diversità di ecosistemi, individui e corredi genetici presenti in un territorio) è un fenomeno che le Nazioni Unite e la Commissione Europea hanno posto come un tema centrale, al pari dei cambiamenti climatici.

Alla pagina https://www.svilupposostenibile.regione.lombardia.it/it/strategia-regionale/biodiversita è disponibile un sondaggio per raccogliere i contributi degli interessati al fine di migliorare i contenuti del documento e il percorso: il termine del sondaggio è stato prorogato al 17 settembre 2021.

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29 lug 2021

La Terra è in sovraccarico. L’Earth Overshoot Day - il giorno in cui il pianeta esaurisce le risorse naturali che è in grado di rigenerare in un anno - per il 2021 cade il 29 luglio, in anticipo rispetto a quanto accaduto nel 2020. Allora la pandemia aveva rallentato la corsa al consumo di risorse degli ecosistemi naturali, fissando l’Overshoot Day al 22 agosto.

Ora questo pur minimo ‘vantaggio’ è stato azzerato: il nostro ‘debito’ con la Terra torna esattamente ai livelli di due anni fa. Perché questo indica in concreto l’Earth Overshoot Day: da qui fino a fine anno la popolazione mondiale vivrà in debito di risorse naturali, acqua cibo energia saranno consumati praticamente cinque mesi prima di quanto dovrebbe accadere per non intaccare le risorse degli ecosistemi naturali.

Verso la Cop 26

Questa data simbolica misura quindi la rottura di un equilibrio, quello nel rapporto tra uomo e ambiente: prendiamo più di quello che abbiamo a disposizione in base ai ritmi naturali. Ecco quindi una delle emergenze che la prossima COP 26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici - in programma contemporaneamente in Italia e in UK alla fine del prossimo ottobre - dovrà affrontare.

Ferma restando la priorità dell’appuntamento: fare passi avanti concreti sul fronte del contenimento dellaumento delle temperature per fermare il Climate change. Perché, è bene ricordarlo, anche su questo fronte la pandemia ha solo rallentato la corsa delle emissioni di gas climalteranti, responsabili del riscaldamento globale: per il 2021 si stima un aumento del 6,6% dell’impronta di carbonio, rispetto all’anno precedente.

In vista dell’evento, allora, arriva dagli USA la campagna 100 Giorni di Possibilità, quelli che mancano all’apertura della conferenza e che non possono essere sprecati. La promuove il think tank statunitense Global Footprint Network, a cui si deve l’iniziativa dell’Earth Overshoot Day.

L'impronta ambientale dell'Italia

Cosa ci racconta dunque questa data simbolo? “In pratica viviamo tutti come se avessimo a disposizione un pianeta e mezzo”, spiegano i promotori: per la precisione, la popolazione mondiale consuma in un anno le risorse naturali pari a 1,7 volte quelle presenti sulla Terra.

Oltretutto l’Earth Overshoot Day registra una media mondiale: l’impronta ambientale - l’insieme di acqua, cibo, energia, materie prime che utilizziamo - può variare moltissimo da una nazione all’altra. Così come l’altro indicatore registrato, la biocapacità dei territori ovvero quanto un ambiente può mettere a disposizione in termini di risorse naturali: quest’anno a destare particolare preoccupazione è lo stato di salute della Foresta Amazzonica, uno dei grandi polmoni del pianeta, particolarmente compromesso.

LItalia ad esempio ha esaurito le risorse naturali già il 13 maggio scorso e da allora è in debito con la Terra. Ma c’è chi aveva bruciato questa data già il 9 febbraio, come il Qatar, mentre secondo le previsioni l’ultima nazione a consumare le risorse annuali naturali a propria disposizione sarà l’Indonesia.

La campagna per nuovi comportamenti e soluzioni

Come invertire la rotta? Secondo alcune stime, ricorda il think tank statunitense, per posticipare l’Earth Overshoot Day verso la sua naturale scadenza occorre un dimezzamento delle emissioni globali di carbonio: questo sposterebbe il nostro debito con la Terra di 93 giorni, oltre tre mesi. Da qui lo slogan della campagna “100 giorni”, #MoveTheDate, che si accompagna all’indicazione di tanti e diversi comportamenti che nazioni, città, settori produttivi e singoli possono adottare per adeguarsi al nuovo scenario e, appunto, per invertire la rotta sul fronte dell’‘aggressione’ alle risorse naturali.  

Per scoprire le soluzioni proposte e per avere maggiori informazioni visita il sito dedicato all’Earth Overshoot Day, clicca qui.

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28 lug 2021

Non c’è sviluppo sostenibile senza tutela - e recupero - della biodiversità, ovvero della diversità di ecosistemi, individui e corredi genetici presenti in un territorio. Non è solo il cambiamento climatico - che peraltro incide direttamente sulla biodiversità - a minacciare il mondo per come oggi lo conosciamo.

I dati di partenza: la popolazione globale di specie selvatiche si è ridotta del 60% negli ultimi 40 anni. Circa il 75% delle terre emerse e il 40% degli ambienti marini si è modificato in modo drammatico per effetto dell’azione dell’uomo: il consumo di suolo e lo sfruttamento dei mari, l’inquinamento, la diffusione - favorita dalle attività umane - di specie aliene agli ecosistemi originali e appunto il climate change hanno impresso un’accelerazione fortissima in questa direzione. Da qui la proposta di indicare questa era geologica come “antropocene”.

La minore diversità biologica rischia però di avere conseguenze pesanti per l’umanità. Basta ricordare che nel mondo più del 75% della varietà di alimenti da agricoltura dipende dall’impollinazione, e la riduzione del numero di insetti impollinatori - a partire dalle api - è ormai uno dei simboli stessi della perdita di biodiversità.

Non solo: si calcola che circa la metà del PIL mondiale dipenda in modo diretto dalla natura.

In questo scenario, la consapevolezza della centralità della biodiversità è alla base di diverse iniziative delle istituzioni.

L’Unione Europea, ad esempio, ha messo a punto la Strategia sulla biodiversità per il 2030, che prevede anzitutto la creazione di una più ampia rete di aree protette a livello dell’UE, sulla terraferma e in mare, ad esempio ampliando le aree Natura 2000 esistenti (una rete di siti di interesse comunitario, e di zone di protezione speciale).

Vista la pandemia di Covid-19, la Strategia UE punta anche su azioni per rafforzare complessivamente la resilienza dei nostri territori rispetto a minacce future, come gli effetti dei cambiamenti climatici, gli incendi boschivi, l’insicurezza alimentare, le epidemie - anche proteggendo la fauna selvatica e combattendo il commercio illegale di specie selvatiche. È infatti ormai dimostrato che un territorio con maggiore biodiversità può avere una migliore resilienza nell’affrontare eventi estremi.

Gli impegni di Regione Lombardia

Anche Regione Lombardia ha voluto mettere al centro il tema della biodiversità: prima nella sua Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile e con la recente approvazione del PAF – Prioritized Action Framework - per saperne di più, scarica la brochure in allegato - per la gestione di Rete Natura 2000 in Lombardia (Life Gestire 2020). 

Inoltre Regione Lombardia - tramite la Direzione Generale Ambiente e Clima - è da sempre impegnata, anche attraverso progetti europei, in progetti di conservazione di alcune specie faunistiche protette (orso bruno, lupo, scoiattolo rosso, gambero di fiume e monitoraggio delle specie di interesse comunitario), di ripristino delle connessioni ecologiche, di comunicazione del valore di Rete Natura 2000 presso gli agricoltori (Fa.re.na.it), di valutazione dei servizi ecosistemici di Rete Natura 2000 (Making Good Natura). Di particolare rilevanza il progetto Life IP Gestire 2020, che affronta in maniera innovativa e integrata la conservazione della biodiversità.

Per sapere di più su uno dei progetti Life di Regione Lombardia per la gestione di Rete Natura 2000 sul territorio lombardo, clicca qui.

Ora poi tutela e ripristino degli ecosistemi sono al centro di un documento dedicato alla costruzione di una Strategia regionale, che propone un approccio alle azioni di contrasto alla perdita della biodiversità di tipo interdisciplinare e integrato, sull’esempio della Strategia UE sul tema.

Il sondaggio e il documento

Proprio per lo stretto raccordo con il contesto europeo e nazionale, indispensabile per un’azione veramente efficace, il documento “Verso la Strategia regionale Biodiversità” è un work in progress. Ed è aperto ai contributi di tutti gli stakeholder e cittadini interessati a un tema tanto rilevante per un vero sviluppo sostenibile.

Fino al 27 agosto infatti è aperto un sondaggio per raccogliere contributi utili a migliorare i contenuti del documento e il percorso che Regione Lombardia intende svolgere per realizzare azioni integrate per la biodiversità.

Il documento integrale “Verso la Strategia regionale Biodiversità” e la consultazione sono disponibili nella pagina dedicata: per leggerlo e per compilare il sondaggio clicca qui.

Partecipa anche tu: scopri di più sulle quattro aree tematiche di intervento a contrasto della perdita di biodiversità, che compongono il documento di Regione Lombardia insieme agli strumenti e alle normative che il territorio ha a disposizione per agire.

I promotori chiedono anzitutto di indicare quelle che si considerano le tre priorità in tema di salvaguardia della biodiversità; quali parti del documento possono interessare maggiormente la propria realtà lavorativa; quindi, per esempio, se il documento viene ritenuto esaustivo, se “ci sono aspetti importanti che non sono menzionati” oppure se ci sono temi “che devono essere maggiormente articolati”.

Per costruire una Strategia efficace c’è dunque bisogno della partecipazione di tutti.

Fai sentire la tua voce: c’è tempo fino al 27 agosto.

L'impatto economico della biodiversità

Le azioni di ripristino e tutela della biodiversità non possono aspettare: la UE rileva ad esempio che a oggi gli investimenti globali diretti alla biodiversità sono stimati in 52 miliardi di dollari annui, a fronte della necessità di investire tra i 150 e i 440 miliardi di dollari annui per garantite nel tempo risorse naturali del valore economico stimato in 125-140 mila miliardi di dollari annui (BIOFIN and OECD, 2019).

Ma l’impatto economico della biodiversità si misura anche in un’altra direzione. Il ripristino degli ecosistemi naturali genera posti di lavoro, diretti e indiretti, utili a sostenere in modo nuovo le comunità locali. In cifre: si stima che il Network Natura 2000 abbia sostenuto direttamente 104 mila posti di lavoro, per attività di gestione e conservazione delle aree protette, oltre ad altri 70 mila nell’indotto.

Per il futuro, ci si aspetta che la tutela della biodiversità possa generare fino a mezzo milione di posti di lavoro.

In agricoltura poi, 1,3 milioni dei 9,6 milioni di posti di lavoro nel territorio della UE sono collegati, direttamente o indirettamente, alla rete di Natura 2000.

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16 lug 2021

Un bando ad hoc per aiutare i Comuni a mitigare in ambito urbani gli effetti del Climate Change e aumentare la resilienza dei sistemi insediativi soggetti ai rischi generati dai cambiamenti climatici, con particolare riferimento alle ondate di calore e ai fenomeni di precipitazioni estreme e di siccità.

È quello, aperto fino al 6 settembre 2021, pubblicato dal MITE - Ministero per la Transizione Ecologica e rivolto a Comuni con popolazione uguale o superiore ai 60 mila abitanti, risultanti dai dati ISTAT riferiti all’anno 2019.

Quello dell’adattamento e della resilienza ai cambiamenti climatici è un tema attualissimo, a cui ad esempio Regione Lombardia ha dedicato la quinta delle 5 macro aree della sua Strategia per lo Sviluppo Sostenibile, approvata dalla Giunta regionale il 29 giugno 2021 (per leggere la news dedicata, clicca qui) con l’indicazione di 97 Obiettivi strategici da raggiungere.

Alla voce Sistema eco-paesistico, adattamento ai cambiamenti climatici, agricoltura della Strategia regionale si trovano dunque i settori prioritari individuati da Regione Lombardia per le azioni di adattamento - ovvero salute umana e qualità dell'aria; difesa del suolo e del territorio e gestione e qualità delle acque; turismo e sport; agricoltura e biodiversità -, oltre ai rifermenti agli strumenti di programmazione regionale che potranno essere utilizzati.

Per saperne di più e leggere il documento integrale, vai alla pagina dedicata alla Strategia regionale di Sviluppo Sostenibile, clicca qui.

Tutti gli interventi finanziabili dal bando MITE

Nella Gazzetta Ufficiale n. 135 del 08 giugno 2021 è stato dunque pubblicato il Decreto Direttoriale n. 117 del 15 aprile 2021, di istituzione del “Programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano” del MITE.

Il Programma prevede finanziamenti perché i municipi possano realizzare tre tipologie di interventi, di cui all’Allegato 1 del Decreto, ovvero:

- interventi green e blue per la realizzazione di spazi verdi e forestazione periurbana; edilizia climatica con utilizzo di materiali riflettenti/basso assorbimento di calore; sistemi di raccolta delle acque meteoriche; interventi di riciclo e riutilizzo delle acque reflue depurate, e per rinforzare pratiche di circolarità nella gestione del ciclo idrico integrato;

- interventi grey per la creazione di piazze, percorsi, giardini con la rimozione della pavimentazione esistente e il ripristino della permeabilità del suolo in chiave di rigenerazione urbana; sperimentazione di soluzioni per il drenaggio urbano sostenibile, per far defluire le precipitazioni particolarmente abbondanti;

- misure soft di rafforzamento della capacità adattiva (ad esempio sistemi ICT predittivi, rafforzamento dei sistemi di monitoraggio, ricerca di nuove fonti di approvvigionamento idrico in ambito urbano; monitoraggio; scenari climatici e analisi del rischio; comunicazione e sensibilizzazione).

La distribuzione dei fondi: esempi in Lombardia

Il budget che verrà distribuito ammonta a quasi 80 milioni di euro, da ripartire come indicato nell’Allegato 2 e dunque:

- il 40% ai Comuni capoluogo delle città metropolitane;

- il 30% agli altri Comuni con popolazione residente oltre i 100 mila abitanti;

- il 30% ai Comuni con popolazione residente tra 60 mila e 100 mila abitanti.

In base ai parametri indicati, ad esempio, Milano ha diritto a 6 milioni di euro, Brescia a oltre 770 mila euro, Monza a 545 mila euro, Bergamo a 540 mila, Varese a 348 mila euro, Como a 347 mila euro, Cremona a 339 mila, Pavia a 332 mila.

Come partecipare

L’avanzamento degli interventi finanziati verrà seguito da un Tavolo di monitoraggio composto da rappresentanti del ministero della Transizione ecologica, dell’ANCI e di ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), Tavolo che si occuperà anzitutto di verificare e valutare le schede di progetto presentati dai comuni.

La domanda di ammissione a finanziamento può essere inviata esclusivamente per via telematica, all’indirizzo di Posta Elettronica Certificata adattamentoclimatico@pec.minambiente.it entro e non oltre lunedì 06 settembre 2021.

In allegato:

- testo del Decreto Direttoriale n. 117

- ALLEGATO 1 - Specifiche tecniche degli interventi ai fini dell’ammissibilità a finanziamento

- ALLEGATO 2 - Elenco dei Comuni destinatari del Programma e ripartizione delle risorse

- ALLEGATO 3 - Modulistica per la presentazione della Scheda Progetto (S.P.)

- FAQ

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13 lug 2021

Alla fine del suo percorso iniziato nel 2017, il partenariato del progetto Interreg EU CircE ha maturato una visione strategica comune in tema di Economia Circolare che ha voluto formalizzare nella Wrocław Charter, con l’obiettivo di diffondere, anche al di fuori del consorzio e delle regioni partecipanti, le priorità definite.

Regione Lombardia e la Direzione Ambiente Clima in particolare, attraverso la Comunicazione in Giunta dell’Assessore Cattaneo, hanno voluto condividere i propositi della Carta, volti a definire un percorso di transizione verso l'economia circolare, in quanto il documento ha numerosi punti di contatto con gli orientamenti delle politiche e della programmazione regionale e con riconosciute linee di ulteriore investimento e sviluppo per l’economia circolare, delineate dalla "Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile".

La Wrocław Charter è disponibile qui in allegato.

Per saperne di più sul progetto CircE: https://www.interregeurope.eu/circe/

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7 lug 2021

Promuovere lo sviluppo sostenibile e quindi il digitale e le infrastrutture green in ambito economico, sociale e ambientale attraverso una serie di azioni concrete. Tra queste, solo per citarne alcune, il benessere dei cittadini, le competenze digitali, il ripensamento delle infrastrutture e delle città in un’ottica sempre più ‘green’. Senza dimenticare, peraltro, l’obiettivo di azzerare le emissioni climalteranti.

Ha questo scopo la ‘Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile’ approvata dalla Giunta della Regione Lombardia il 29 giugno 2021. La proposta è del presidente Attilio Fontana e dell’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo.

Digitale e infrastrutture green

“Regione Lombardia  – spiega Fontana – si è data il compito di identificare una vision a lungo termine. Immaginando cioè scenari di sviluppo in una logica quanto più possibile integrata. La nostra prospettiva infatti non può e non vuole essere quella del ‘greenwashing’. Non ci interessa allocare risorse nei più diversi comparti in modo da potere apparire ‘verdi’”.

“Ci interessa invece  – continua – fare da apripista sulla strada di un profondo cambiamento culturale. Lo sviluppo sostenibile è il nuovo mainstreaming di Regione Lombardia. Innerva ogni politica, come testimonia il Documento di economia e finanza regionale appena approvato dalla Giunta e ora all’attenzione del Consiglio regionale”.

Percorso condiviso

“Questo documento – prosegue Cattaneo – arriva dopo un percorso di lavoro condiviso durato oltre due anni. Ha raccolto il contributo dei tanti soggetti impegnati sul fronte della sostenibilità in Lombardia. Già nel 2018, infatti, a partire dall’impulso dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la Lombardia ha attivato un confronto sui temi della sostenibilità. Ha discusso con la società civile, le istituzioni, le associazioni di categoria, le parti sociali, le istituzioni e il mondo universitario. Tutto ciò ha portato al ‘Protocollo lombardo per lo sviluppo sostenibile’ già sottoscritto da diversi Enti e istituzioni che ne hanno condiviso lo spirito. Primo step di un percorso confluito poi nel Primo Forum regionale che abbiamo ospitato lo scorso novembre”.

“Adesso – aggiunge Cattaneo – facciamo un altro passo avanti disegnando una strategia di lungo periodo e provando a favorire un cambio di mentalità. Riteniamo che questo documento possa rappresentare il riconoscimento politico e culturale della centralità della sostenibilità come perno di tutta l’attività regionale”.

Cinque macroaree strategiche

Cinque macroaree strategiche riassumono l’impegno della Regione per lo Sviluppo sostenibile, con precisi traguardi da raggiungere al 2030 e poi al 2050.

– Salute, uguaglianza e inclusione. La mission è  quella di dimezzare il numero di individui a rischio povertà ed esclusione sociale. Obiettivo diminuire anche il numero di donne vittime di violenza e raggiungere target europei per l’assistenza domiciliare integrata e il personale sanitario sul territorio.

–  Educazione, formazione, lavoro. La Lombardia mira a diventare leader in Europa per diffusione e qualità dell’apprendimento digitale e dello Smart Working.

–  Infrastrutture, innovazione e città. La sfida per uno sviluppo sostenibile inclusivo e innovativo si gioca nelle città. L’obiettivo è quindi quello di ridurre di 1/3 le persone che vivono in abitazione inadeguate. Contemporaneamente saranno ulteriormente incentivate la sharing mobility, l’intermodalità, il rinnovamento del parco veicoli e delle relative infrastrutture.

–  Mitigazione dei cambiamenti climatici, energia, produzione e consumo. Tema centrale è quello della riduzione delle emissioni climalteranti così da arrivare a zero emissioni di carbonio entro il 2050.

–  Sistema eco-paesistico, adattamento ai cambiamenti climatici, agricoltura. In questo contesto le azioni saranno finalizzate a ripristinare o conservare le risorse naturali. Tra queste, suolo (con previsione di azzeramento del consumo entro il 2050), biodiversità, foreste e acque. Obiettivo è quello di favorire così un sensibile aumento delle aree protette, degli habitat e delle specie con stato di conservazione soddisfacente. Anche il sistema produttivo dovrà cambiare attraverso l’evoluzione tecnologica e digitale, lo sviluppo della ricerca e del capitale umano.

Qui il link alla sezione dedicata in questa piattaforma.

 

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30 giu 2021

Salvaguardia della biodiversità, connessioni ecologiche e rinaturalizzazione: la Giunta di Regione Lombardia nella seduta del 29 giugno ha approvato lo stanziamento - su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo - di 2 milioni in tre anni a ERSAF, per la realizzazione di interventi in aree del demanio regionale di proprietà e nei ‘Siti Natura 2000’ in gestione.

Valorizzare il capitale naturale lombardo

“Si tratta di interventi a tutela della biodiversità – spiega Raffaele Cattaneo – in attuazione della Legge regionale per il rilancio economico. Il nostro obiettivo è valorizzare il capitale naturale lombardo e salvaguardare la biodiversità dei nostri territori. Ciò mediante l’aggiornamento del piano di attività dell’Ente per i servizi all’agricoltura e alle foreste (ERSAF) e il ‘prospetto di raccordo 2021/2023’ delle misure di conservazione previste nel quadro di azioni prioritarie dei nostri Piani di assestamento forestale (Paf)”.

Le priorità degli aggiornamenti del Piano

Le risorse, come detto, verranno distribuite nell’arco di tre anni: 300 mila euro sul 2021, 850 mila sul 2022 e altri 850 mila sul 2023.

Gli interventi saranno effettuati nelle aree boschive di proprietà regionale in gestione ad ERSAF, in coerenza con il Quadro delle azioni prioritarie Paf per le aree di Rete Natura 2000. Così da incrementare le connessioni ecologiche e la biodiversità.

“La nostra azione – aggiunge l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia – fa particolare riferimento al ripristino di specie. Nonché al rafforzamento delle connessioni verdi negli habitat più compromessi. Come pure agli interventi volti a migliorare la fruizione dei siti. Ed infine ad azioni specifiche per migliorare lo stato di conservazione”.

Regione: tutti gli obiettivi dell’investimento

Ecco allora tutti gli obiettivi che Regione Lombardia persegue con l’intervento approvato:

- contribuire all’attuazione delle Strategie della biodiversità europea e regionale e della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile;

- concorrere alla realizzazione del Programma regionale di sviluppo;

- attuare il Quadro di azioni prioritarie Paf 2021-2027, approvato il 21 settembre 2020;

- investire sul capitale naturale del demanio regionale, dei siti Natura 2000 gestiti da Ersaf e del Parco dello Stelvio, oltre che sugli hotspot di biodiversità agricola nelle aziende in gestione all’Ente;

- contribuire all’incremento della resilienza degli ecosistemi del demanio regionale e dei siti Natura 2000;

- cooperare allo sviluppo di azioni per la produzione dei servizi ecosistemici nelle aree Natura 2000;

- aiutare lo sviluppo socio-economico dei territori regionali interessati dagli interventi, anche attraverso l’impiego di maestranze locali e il coinvolgimento di consorzi forestali, imprese boschive e agricole;

- dare attuazione alla Carta delle foreste di Lombardia, firmata il 28 novembre 2019.

 

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25 giu 2021

Secondo lo studio dell’associazione senza scopo di lucro Carbon Trust, istituita nel 2001 per aiutare le Organizzazioni a ridurre il loro impatto ambientale, l’Italia nei prossimi anni potrebbe risparmiare grazie all’utilizzo dello Smart Working fino a 8,7 megatonnellate di CO2 ogni anno, equivalenti a 60 milioni di voli da Londra a Berlino.

“Homeworking”, questo il nome dello studio commissionato dal Vodafone Institute for Society and Communication (il think-tank europeo del Gruppo Vodafone), è stato condotto in cinque paesi europei, nello specifico Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Svezia e Italia appunto, calcolando le quantità di emissioni di carbonio risparmiate grazie al lavoro da casa in tre diversi momenti: prima, durante e dopo le serrate dovute alla pandemia.

Considerando l’inquinamento creato dal pendolarismo e dalle emissioni degli uffici “a pieno regime”, emerge che ogni lavoratore italiano in Smart Working è capace di far risparmiare oltre una tonnellata di CO2, e che in un prossimo futuro saranno più di 8 milioni i posti di lavoro in Italia che potranno essere svolti regolarmente da remoto con una media di circa due giorni alla settimana.

Numeri decisamente importanti che mostrano uno delle poche evoluzioni positive che la pandemia ha portato, sia a livello ambientale che di organizzazione del lavoro: secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, infatti, durante il lockdown il numero di lavoratori da casa in Italia è salito fino a 6,58 milioni, con una media di 2,7 giorni a settimana, portando a un risparmio complessivo di carbonio di 1,861 chilogrammi di Co2e a persona, in aumento del 112% rispetto al periodo pre-Covid.

Una tendenza, quella del ricorso allo Smart Working, che sta continuando a prendere piede nella quotidianità di tantissimi italiani, oramai sempre più abituati e a proprio agio in questa ‘nuova’ modalità lavorativa, che se ben utilizzata e sfruttata può migliorare non solo la qualità dell’aria che respiriamo, ma anche il nostro approccio al lavoro e conseguentemente la nostra produttività.

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16 giu 2021

Dal 17 giugno tornano gli incentivi auto di Regione Lombardia, con un nuovo bando da 30 milioni di euro - già consultabile sulla piattaforma Bandionline - che integra e modifica quello di febbraio da 18 milioni (16,2 per le auto e 1,8 per le moto) .

Un bando consistente, quindi, quello presentato dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dall’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, rimodulato a partire dal successo incontrato dal bando precedente, per cui le richieste avevano esaurito le risorse disponibili in sole 25 ore, per un totale di 3.209 cittadini beneficiati.

“Si tratta di una misura “importante e concreta, che va nella giusta direzione - sottolinea il presidente Fontana -. Affronta un problema reale e molto sentito con un’azione ampia, sulla quale Regione investe significative risorse economiche”.

“Abbiamo deciso di anticipare i 18 milioni di euro destinate al 2022 - spiega dunque l’assessore all’Ambiente - e di integrarli con altri 12 milioni, per un totale di 30 milioni di euro, così da incentivare da subito l’acquisto di veicoli a bassissime o zero emissioni e da aiutare così a svecchiare e rinnovare il parco auto circolante. Il successo dello scorso bando è stato davvero impressionante: una manifestazione della sensibilità dei lombardi sul tema che lancia un segnale chiaro a tutte le Istituzioni, dunque abbiamo anticipato le risorse, per rispondere a una esigenza sentita”.

Bando moto

Dal momento che invece la linea di incentivazione per motocicli e ciclomotori non ha riscontrato il risultato sperato, la misura verrà chiusa al 30 giugno. Regione ha deciso quindi di lavorare con le associazioni di categoria per riproporre un bando sul target con dei criteri aggiornati.

Chi può fare domanda, le due linee di finanziamento

La nuova misura riserva anzitutto una parte delle prenotazioni di contributi a chi aveva già presentato la domanda sul bando precedente (decreto 2384 del 23/02/2021) ma non aveva potuto prenotare le risorse per il loro esaurimento anticipato.

La dotazione di 30 milioni euro è ripartita in due linee di finanziamento:
- una linea A da, 12 milioni di euro, prevede appunto il rimborso diretto alle persone che hanno presentato domanda con il precedente bando che non hanno potuto prenotare le risorse perché già esaurite, ma che nel frattempo hanno già perfezionato l’acquisto della vettura;
- una linea B, da 18 milioni di euro, è rivolta alle persone che acquistano una nuova  vettura presso i concessionari abilitati: questi ultimi anticiperanno il contributo al soggetto beneficiario e riceveranno quindi il rimborso dalla Regione.

Anche a livello temporale, per chi aveva presentato domanda sul bando precedente senza però poter accedere alle risorse è prevista una finestra iniziale riservata, attiva dal 17 al 28 giugno, in cui sarà possibile presentare le domande e accedere ai contributi.

Successivamente alla chiusura di questa finestra riservata, il 30 giugno la misura viene aperta a tutti gli altri soggetti in possesso dei requisiti per la presentazione delle domande e l’accesso ai contributi. Ogni cittadino può presentare una sola domanda di contributo.

Il bando è rivolto ai residenti in Lombardia (persone fisiche) che acquistano un’autovettura di nuova immatricolazione (o immatricolata successivamente al 1° gennaio 2020 e intestata a un venditore/concessionario).

L’importo degli incentivi

I contributi sono stati ridotti del 50% rispetto a quanto previsto dal precedente bando per consentire di allargare lincentivazione a un numero maggiore di cittadini.
Ecco dunque gli incentivi per classi di appartenenza delle auto:

- 4.000 euro per auto a zero emissioni (elettrica pura o idrogeno); 2 mila euro (senza radiazione);

- 2.500 euro per auto con emissioni di Co2 ≤60 g/km e NoX ≤ 85.8 mg/km (euro 6D benzina, metano, gpl o ibride);

- 2.000 euro per auto di Co2 ≤60 g/km e con NoX ≤ 126 mg/km (euro 6D-Temp benzina, metano, gpl o ibride oppure euro 6D diesel);

- 2.000 euro per auto con emissioni 60<Co2≤110 g/km e con NoX ≤ 85.8 mg/km (euro 6D benzina, metano, gpl o ibride);

- 1.500 euro con emissioni 60<Co2≤110 g/km e con NoX ≤ 126 mg/km (Euro 6D-Temp benzina, metano, gpl o ibride oppure Euro 6D diesel);

- 1.500 euro con emissioni 110<Co2≤145 g/km e con NoX ≤ 85.8 mg/km (Euro 6D benzina, metano, gpl o ibride);

- 1.000 euro con emissioni 110<Co2≤145 g/km e con NoX ≤ 126 mg/km (Euro 6D-Temp benzina, metano, gpl o ibride oppure Euro 6D diesel).

L’integrazione con gli incentivi nazionali: i risparmi per i cittadini

Ecco invece l’importo complessivo che i cittadini possono ottenere, comprensivo degli incentivi nazionali:

- 14.000 euro per un veicolo a zero emissioni in caso di radiazione di veicolo inquinante (4.000 euro regionali, 8.000 euro statali e 2.000 euro di sconto obbligatorio del concessionario);

- 9.000 euro per un veicolo a zero emissioni senza radiazione di veicolo inquinante (2.000 euro di contributi regionali, 5.000 euro statali e 2.000 di sconto obbligatorio del concessionario);

- circa 9.000/10.000 euro per un veicolo a emissioni Co2 < 60 g/km in caso di radiazione di veicolo inquinante (2.000/2.500 euro regionali, 4.500 euro statali e 12% sconto obbligatorio da parte del concessionario).

Quali auto si possono acquistare

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto per l’acquisto acquisto di unautovettura categoria M1 (ai sensi dell’art. 47 del Codice della Strada) di nuova immatricolazione o immatricolate successivamente al 1° gennaio 2020, intestata a una casa costruttrice di veicoli o a un venditore/concessionario, in grado di garantire bassissime o zero emissioni di inquinanti sulla base del principio della neutralità tecnologica, basata sui valori di emissione degli inquinanti Pm10, Nox e Co2.

L’acquisto deve essere contestuale alla radiazione di un’auto per demolizione (fino a Euro 2/II a benzina incluso o fino Euro 5/V diesel incluso) o per esportazione all’estero (solo Euro 5/V diesel).

L’obbligo di radiazione non si applica nel caso di acquisto di veicoli elettrici puri (o a idrogeno), a fronte di una riduzione del contributo massimo previsto.

Per la linea di finanziamento B, sarà necessaria l’applicazione dello sconto di almeno il 12% da parte del venditore sul prezzo di listino del modello base, al netto di eventuali allestimenti opzionali o di almeno 2.000 euro nel caso di autovetture ‘a zero emissioni’; il contributo è cumulabile solo con gli incentivi statali; la proprietà del veicolo da rottamare deve essere antecedente al 1° gennaio 2020; è previsto l’obbligo di tenere la proprietà del veicolo acquistato per almeno 24 mesi successivi all’intestazione del veicolo.

Come presentare la domanda

La domanda di partecipazione dev'essere presentata sulla piattaforma Bandionline sulla linea A Cittadini - rinnova autovetture e motoveicoli 2021 nel caso di acquisto già avvenuto (per coloro che hanno presentato domanda sul bando precedente); oppure sulla linea B Venditori - rinnova autovetture e motoveicoli 2021 nel caso di acquisto non ancora effettuato (con prelazione per coloro che hanno presentato domanda sul bando precedente).

A differenza del precedente bando i cittadini che non hanno ancora acquistato il veicolo non dovranno prenotare direttamente le richieste on line, ma potranno rivolgersi al concessionario.

È possibile presentare domande a partire dalle ore 10 del 17 giugno 2021 fino all’esaurimento della dotazione finanziaria e, comunque, entro e non oltre le ore 12 del 29 ottobre 2021.

Per quanto riguarda la linea B, solo il venditore/concessionario abilitato alla vendita, nell'ambito del bando, può prenotare il contributo regionale sul portale Bandionline, per nome e per conto del cittadino beneficiario tramite il suo codice fiscale.

L’assegnazione del contributo, come per il bando precedente, avverrà con procedura valutativa 'a sportello', ovvero secondo l'ordine cronologico di prenotazione telematica da parte del venditore/concessionario. Lo sportello resterà aperto fino a esaurimento della dotazione finanziaria.

Impegno multidisciplinare, puntando sull’innovazione

“La Regione - spiega Attilio Fontana - sta incrementando le iniziative in modo multidisciplinare per combattere l’inquinamento con metodicità. Un impegno che va necessariamente in ogni direzione. Per farlo occorre anche essere innovativi: per questo puntiamo anche sulla ricerca nei centri specializzati e nelle università, sostenendo le loro azioni”.

"Regione Lombardia - ricorda Cattaneo - conferma la concretezza della propria linea politica basata sugli incentivi e sulla valorizzazione dei comportamenti virtuosi dei cittadini. Questa è solo una delle linee di azione sulla qualità dell’aria che stiamo portando avanti, accanto a quelle per ridurre le emissioni degli impianti di riscaldamento civile e delle attività produttive agricole. Inoltre, per chi nonostante gli incentivi non può sostituire l'auto, può continuare a circolare utilizzando Move-in, che auspichiamo venga presto introdotto anche dal Comune di Milano, con il quale il 17 giugno abbiamo chiesto un incontro tecnico. Guardiamo al miglioramento della qualità dell’aria - conclude l’assessore - per rispondere alle esigenze dei cittadini, in attuazione del Piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria (Pria) e dell’Accordo di bacino padano 2017”.

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11 giu 2021

È evidente ormai che quello della transizione ecologica potrà essere il settore su cui puntare per il futuro professionale di molti giovani. E le università italiane si stanno attrezzando, per adeguare l’offerta formativa alle nuove esigenze di un mercato sempre più attento ai temi “green”.

Per il prossimo anno accademico, i più importanti poli accademici e business school propongono allora - a tasse ridotte o con borsa di studio - diversi corsi su temi legati alla sostenibilità. Uno di questi è il “Law, Digital Innovation and Sustainability” di Luiss, che forma manager dell’innovazione attenti al futuro dell’industria manifatturiera, ma anche al “futuro della Terra” e al “benessere”, segno evidente di una svolta nella percezione delle priorità in ambito formativo.

L’Università Bocconi lancia il “MASEM - Master in Sustainability and Energy Management”, un master di primo livello centrato in particolare sui temi della transizione energetica, sempre internazionale e aperto a laureati triennali in tutte le discipline, destinato a giovani interessati a costruirsi una carriera in un ambito multidisciplinare.

Da segnalare poi su economia circolare e management efficiente delle risorse l’ultra-ventennale “GECA”, master di secondo livello della Scuola Superiore SantAnna di Pisa in Gestione E Controllo dell’Ambiente: primo corso di studi in Italia ad affrontare il problema del Ciclo integrato dei Rifiuti, è ora orientato sull’economia circolare “nella prospettiva dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e de pacchetto dell’Unione Europea”.

Un corso che punta dunque a preparare gli studenti per ruoli manageriali e professionali così come, nel medesimo ambito, fa il master di primo livello in “Gestione dei Servizi Pubblici, Utilities e Mobilità” dell’Università di Milano Bicocca, per carriere nelle aziende di servizi a cittadini e imprese, forte anche di un’offerta che arriva fino a 16 borse di studi con copertura dei costi di iscrizione al 50%.

Chi vuole fare business in modo sostenibile può iscriversi anche a “Gestione d’Impresa” della  CUOA  Business School (con 22 borse di studio da 6.200 e 3.600 euro), che ha un modulo dedicato a sostenibilità e circolar economy. Oppure, per il prossimo anno, anche alla laurea triennale in “Ingegneria Gestionale” di LIUC — Università Cattaneo, che offre  due borse a copertura totale dei costi di iscrizione.

Con una laurea tecnico-scientifica è infine possibile iscriversi al master del Politecnico di Milano in “Energy Management”- MEM (per cui sono disponibili due borse da 16.500 euro e altre a copertura parziale delle spese di iscrizione) o a “Climate Change: Adaptation and Mitigation Solutions”, master di secondo livello del Politecnico di Torino, in lingua inglese con riduzioni delle spese del 100% e del 50% per i primi 20 nella graduatoria di ammissione, in base al merito.

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8 giu 2021

I Comuni e le Comunità energetiche: sfida per un futuro sostenibile

Il tema delle Comunità energetiche sta prendendo sempre più corpo nel riassetto delle politiche energetiche previste in una logica di sostenibilità.  Una spinta in questa direzione è determinata dalle disposizioni contenute in diverse direttive europee, solo parzialmente già recepite dalla legislazione nazionale e da alcune leggi regionali.

Le amministrazioni comunali, quale primo livello di governo del territorio, assumono, in tale contesto, una pluralità di ruoli. Possono, infatti, qualificare la propria azione sia come utenti e membri della comunità sia come attori fondamentali per la loro propulsione, regolazione e controllo.

Il convegno, che si svolgerà online il prossimo 16 giugno dalle ore 9.30 alle 13:30, vuole essere l’occasione per riflettere, analizzare e proporre modelli di intervento e di comportamento dei Comuni nello sviluppo delle comunità energetiche, considerando non solo il quadro esistente e in via di specificazione delle politiche pubbliche e di regolazione tecnica, ma anche delle esperienze in corso realizzate da numerose amministrazioni comunali.

CLICCA QUI PER ISCRIVERTI AL CONVEGNO E VISIONARE IL PROGRAMMA

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4 giu 2021

‘Riparare’ il Pianeta: non solo dunque educare alla tutela dell’ambiente che ci ospita, ma anche intervenire in modo attivo per rimediare ai danni prodotti dall’uomo. A cominciare ad esempio dalle emissioni di gas serra, principali responsabili dei cambiamenti climatici che stanno stravolgendo interi habitat, con conseguenze sociali pesantissime.

Il “ripristino degli ecosistemi” è dunque il tema dell’edizione 2021 della Giornata mondiale dell’Ambiente, istituita dall’ONU nel 1972 con la risoluzione 2994 del 15 dicembre, in programma quest’anno sabato 5 giugno. Un modo per invitare all’azione: a prevenire, anzitutto, quindi a fermare e invertire i danni inflitti agli ecosistemi del pianeta, passando dallo sfruttamento della natura alla sua guarigione.

Per conoscere gli eventi e le iniziative riguardanti la Giornata Mondiale dell’Ambiente si può visitare la pagina web, costantemente aggiornata, messa disposizione dall’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP).

Sempre in vista del 5 giugno, l’UNEP presenta anche la Guida pratica della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021 (nota anche come The Ecosystem Restoration Playbook) disponibile a questo link: 21 pagine con spunti di riflessione, percorsi e consigli per agire subito a favore del Pianeta, per rallentare e fermare il degrado degli ecosistemi e favorire il loro pieno recupero.

La Giornata del 5 giugno lancia poi ufficialmente il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema, che ha l’obiettivo concreto di far rivivere miliardi di ettari, dalle foreste ai terreni agricoli, dalla cima delle montagne alle profondità del mare.

In vista di questo doppio appuntamento, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha lanciato due strumenti.

La transizione ecologica

La prima sfida da raccogliere è evidentemente quella della transizione ecologica, chiamata a modificare profondamente il nostro modo di produrre e di vivere per arrivare al traguardo di una società più sostenibile, a emissioni zero, sempre vigile sul proprio impatto ambientale. Sapendo che non si può più aspettare: i dati citati dal ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani nella sua intervista all’iniziativa del Corriere della Sera proprio su questi temi raccontano come ogni anno 400 mila persone muoiano a causa del Climate Change, che costa nel complesso all’economia globale 1,2 trilioni di dollari all’anno

Gli effetti sulle nuove generazioni

E i più colpiti sono i bambini, come ricorda Save The Children proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente.

Alcuni numeri aiutano a capire perché. Sono 710 milioni i minori che vivono nei 45 Paesi a più alto rischio di subire l’impatto della crisi climatica dove rischiano di soffrire la carenza di cibo, malattie e altre minacce per la salute, come la scarsità o l’innalzamento del livello dell’acqua o una combinazione di questi fattori.

Il 70% dei Paesi ad alto rischio di impatto climatico si trova in Africa.

L’OMS stima che la crisi climatica porterà a circa 95 mila morti in più all’anno per denutrizione tra i bambini fino ai 5 anni entro il 2030 e 24 milioni in più entro il 2050. C’è anche da dire che spesso la crisi climatica impatta in modo ancora maggiore le bambine, che hanno meno probabilità di rientrare a scuola dopo un disastro. Ad esempio in Pakistan, dopo l’alluvione del 2010, il 24% delle bambine al sesto anno di scuola ha abbandonato gli studi rispetto al 6% di bambini.  

Cura del territori e inquinamento in Italia

In Italia oltre 6 milioni di abitanti risiedono in aree ad elevato e medio rischio di alluvioni e 1,2 milioni a rischio elevato o molto elevato di frane (dati ISPRA).

Il 37% dei minori risiede nelle 14 città metropolitane dove, in base alle rilevazioni quotidiane di biossido di azoto e altri inquinanti e al superamento dei limiti, l’inquinamento dell’aria è in molti casi elevato e i superamenti frequenti, come percepito dal 54% degli adolescenti.

L’invito dunque è a guardare al futuro con gli occhi delle nuove generazioni, a cui dovrebbe essere imperativo lasciare un mondo in grado di accoglierle al meglio.

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28 mag 2021

La Regione Lombardia ha approvato i criteri per il finanziamento di progetti per la promozione del diritto al cibo. Un provvedimento per tutelare la possibilità di ogni individuo di accedere a una quantità sufficiente di cibo sicuro, sano e nutriente quale diritto umano fondamentale per tutti.

La delibera n. 4357 del 24 maggio sui “criteri per l’assegnazione dei contributi per il finanziamento di progetti innovativi, che favoriscano lo sviluppo e la costituzione di reti per la tutela e la promozione del diritto al cibo”, mette a disposizione 400 mila euro, ed è stata approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, di concerto con l’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo e con quello alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Alessandra Locatelli.

Sempre sul tema del diritto al cibo, a marzo la Giunta aveva approvato, su proposta dell’Assessore Cattaneo, il “Bando per la devoluzione di prodotti alimentari invenduti”, finanziato con 1 milione di euro.

Il Bando eroga contributi a fondo perduto agli enti non profit per l’acquisto di attrezzature utili al recupero e alla distribuzione degli alimenti invenduti. Con l’obiettivo concreto di prevenire e ridurre la produzione di rifiuti e lo spreco alimentare: le domande scadono il prossimo 9 giugno, per saperne di più clicca qui.

Chi può presentare domanda

Allo stanziamento da 400 mila euro potranno accedere enti pubblici, università, organismi di diritto pubblico, gli enti iscritti nel registro del Terzo settore, soggetti privati costituiti per il perseguimento di finalità civiche solidaristiche e di utilità sociale, le associazioni di categoria.

Il finanziamento copre il 100% delle spese ritenute ammissibili ed effettivamente sostenute, con un limite massimo di 60 mila euro per ogni progetto.

Con i criteri approvati dalla Giunta regionale sarà data particolare rilevanza ai temi dell’innovazione, della concreta fattibilità del progetto, alla valorizzazione della filiera corta e alla realizzazione di reti con il coinvolgimento di produttori agricoli.

Per fare un esempio, l’innovazione può passare dalla digitalizzazione dei dati relativi al recupero delle eccedenze e alla loro distribuzione tramite le organizzazioni non profit del territorio: un passo avanti che può rendere il recupero più veloce e sicuro, oltre che più semplice.

Molte le realtà già attive in questo senso. Vedi il progetto Spesasospesa.org, che si avvale della tecnologia blockchain della piattaforma Regusto per garantire tracciabilità e trasparenza delle donazioni alimentari ricevute, donazioni poi distribuite sui territori dalle associazioni e dai Comuni aderenti.

Rolfi: ruolo agricoltura essenziale

“Il ruolo dell’agricoltura è essenziale per produrre cibo a sufficienza per tutti – ha ricordato dunque  Rolfi –. Vogliamo dare valore al cibo lungo tutta la filiera agroalimentare, finanziando progetti volti a ridurre gli sprechi alimentari dal campo alla tavola, recuperando e ridistribuendo le eccedenze alimentari. In questo daremo priorità all’innovazione. Per favorire lo sviluppo, l’ampliamento o la costituzione di reti che creino progetti in grado di coinvolgere tutta la filiera. Privilegiando la tematica dell’accesso al cibo da parte dei cittadini con la collaborazione dei produttori”.

Locatelli: proseguono buone pratiche della Regione

“Regione Lombardia prosegue il suo impegno nella promozione di buone pratiche per garantire il diritto fondamentale di tutti gli individui ad accedere al cibo – ha spiegato Locatelli – , favorendo la realizzazione di progetti per quei cittadini che non riescono a garantirsi un’alimentazione sufficiente e sicura. Mettere al centro delle nostre politiche la riduzione dello spreco alimentare è fondamentale. Soprattutto in un periodo in cui emergono nuove povertà – ha continuato –. L’obiettivo dei prossimi mesi è, infatti, raggiungere un numero sempre maggiore di persone che faticano ad accedere ai servizi, senza perdere mai di vista l’ambizioso traguardo di ridurre lo spreco alimentare del 30% entro il 2025 e del 50% nel 2030”.

In particolare, la legge regionale di riferimento (n.34/2015, “Legge di riconoscimento, tutela e promozione del diritto al cibo”) prevede la riduzione del 50%dello spreco alimentare entro il 2025.

Cattaneo: sostegno concreto alle realtà del terzo settore

Vogliamo sostenere le realtà che operano nel Terzo settore e si rendono disponibili a non far mancare cibo a chi ne ha bisogno. Regione Lombardia guarda alla sostenibilità e all’economia circolare – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo – che anche in questo campo è un alleato che permette di ridurre gli sprechi, sostenendo i progetti a favore di aiuta chi è in difficoltà. Lo facciamo contribuendo a eliminare lo spreco di cibo e guardando anche all’ambiente. Poiché i progetti che saranno sviluppati permetteranno sicuramente una diminuzione consistente di rifiuti organici”.

La legge regionale sul Diritto al cibo

La legge prevede tra l’altro, al punto 7 dell’articolo 1, che Regione Lombardia persegua “il raggiungimento del pieno diritto al cibo anche ricorrendo a una gamma di strumenti trasversali, comprendenti misure e incentivi che favoriscano e promuovano sistemi alimentari più sostenibili e un consumo sostenibile; il sostegno alla ricerca e all'innovazione per la transizione a regimi agricoli e alimentari sostenibili; lo stimolo alla partecipazione attiva dei cittadini al processo di transizione del modello alimentare regionale.

Il testo integrale della legge è disponibile a questo link.

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21 mag 2021

Torna la Giornata nazionale sulla Bioeconomia, ovvero quell’economia centrata su un nuovo modello di sviluppo che utilizza le risorse biologiche terrestri e marine, nonché gli scarti, come input per l’alimentazione, la produzione industriale e quella di energia.

Organizzata dal Cluster nazionale SPRING insieme ad Assobiotec e in programma quest’anno il 27 maggio, la Giornata nazionale alla sua terza edizione rappresenta un momento importante: a livello divulgativo per presentare a un pubblico diversificato cos’è e quali opportunità offre, e come approfondimento per chi già opera in questo ambito.

Visto il contesto della pandemia, tutti gli appuntamenti si terranno come eventi social, webinar e workshop online.

Tra gli eventi previsti c’è quello promosso da APRE - Agenzia Per la Promozione della Ricerca Europea, che organizza un webinar (dalle ore 11 alle ore 13) sulla formazione per la Bioeconomia nelle scuole: A scuola di futuro con la Bioeconomia presenterà una serie di buone pratiche e progetti messi in campo con gli alunni delle scuole di diverso ordine e grado.

Un’occasione, anche, per presentare il libro per bambini “Scopriamo la Bioeconomia” promosso dal progetto TRANSITION2BIO. Come seconda sessione invece un dialogo tra rappresentanti delle istituzioni, del mondo della ricerca e dell’industria sul ruolo della Bioeconomia nella scuola della transizione ecologica.

Per registrarti al webinar APRE, clicca qui.

Per il programma, vai a questo link.

Il Rapporto sulla Bioeconomia

Come ricorda l’ultimo Rapporto sulla Bioeconomia, realizzato dalla Direzione Centro Studi di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assobiotec, “la necessità di una transizione rapida verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile e resiliente assegna alla Bioeconomia un ruolo molto rilevante. La sua natura fortemente connessa al territorio, la sua capacità di creare filiere multidisciplinari integrate nelle aree locali e di restituire, grazie a un approccio circolare, importanti nutrienti al terreno, la pongono come uno dei pilastri del Green New Deal lanciato dall’Unione Europea”.

(per leggere il Rapporto completo, pubblicato a giugno 2020, vai questo link).

Tra i settori in cui l’Italia può essere competitiva nel campo della Bioeconomia c’è - accanto a agricoltura, silvicoltura, pesca, alimentare, industria del legno e della carta - quella parte del settore chimico che può utilizzare prodotti rinnovabili come input.

Il ruolo del Cluster LGCA

A livello regionale un ruolo centrale nella promozione della Bioeconomia, dei sui orizzonti e delle sue potenzialità è infatti quello del Cluster LGCA - Lombardy Green Chemistry Association, che ha come fondatori Consorzio ItalbiotecInnovhub-SSIPolitecnico di MilanoUniversità degli Studi di Milano e come aree di interesse Chimica sostenibile, Bioraffinerie, Bioeconomia del futuro. Perché quest’ultima, sottolinea il Cluster, rappresenta “un passaggio obbligato per affrontare le grandi sfide planetarie: mutamenti climatici, scarsità di risorse, tutela dell’ambiente, multifunzionalità dell’agricoltura, salute, miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, nuove opportunità di crescita e occupazione, rafforzamento della competitività delle imprese”.

Il Cluster per la Chimica verde, che sostiene e partecipa a diversi progetti di Bioeconomia già avviati, è ora anche uno dei firmatari del Protocollo regionale lombardo sullo Sviluppo Sostenibile, l’iniziativa con cui Regione Lombardia ha voluto mettere in rete e a sistema tutti gli attori del territorio interessati a economia circolare, bioeconomia e agli altri ambiti e azioni promossi dall’Agenda ONU 2030.

Con l’adesione del Cluster LGCA salgono a 79 le realtà che hanno scelto di condividere il percorso e gli impegni previsti dal Protocollo regionale.

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13 mag 2021

Gruppo CAP, che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, ha firmato il Protocollo per lo Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia, confermando il suo impegno concreto nel raggiungere i 17 SDGs dell’Agenda ONU 2030.

Sale così a 78 il numero di associazioni, imprese, università e centri di ricerca aderenti al Protocollo. Una rete di eccellenze, per un progetto condiviso di crescita e sviluppo ambientale, sociale ed economico del territorio. Per fare della Lombardia una delle regioni leader in Europa nei settori della transizione energetica e della decarbonizzazione.

La sottoscrizione del Protocollo per lo sviluppo sostenibile da parte del Gruppo CAP - commenta l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo - rappresenta un altro tassello del patto tra istituzioni e imprese, che abbiamo voluto avviare proprio con il Protocollo, per conseguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. La nuova sfida che abbiamo di fronte è dimostrare che l’ambiente è il nuovo nome dello sviluppo e che questo orienterà l’azione delle imprese. L’adesione da parte di una realtà attiva sul fronte del ciclo idrico e dell’economia circolare conferma che il cammino verso l'economia circolare, già imboccato da tempo da Regione Lombardia, prosegue con lobiettivo di essere la regione leader di questa transizione in Italia e in Europa”.

Per il Gruppo CAP, la sottoscrizione del Protocollo - il 6 maggio, con l’assessore Cattaneo e il presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP Alessandro Russo - rafforzerà la strategia di green economy già avviata due anni fa con il Piano di Sostenibilità della water utility, ispirato a tre principi guida: Sensibili, Resilienti e Innovatori.

Gli obiettivi su acqua, CO2, fanghi

In particolare, tra gli obiettivi indicati dal Piano di Sostenibilità c’è la riduzione di sprechi di acqua potabile, stimati in 20 milioni di metri cubi, incentivando l’utilizzo di acqua depurata per usi non domestici (irrigazione, pulizie) che passeranno da 750 mila metri cubi attuali fino ad arrivare a 6 milioni di metri cubi al 2033.

Guardando all’economia circolare, CAP intende massimizzare la maggior quantità possibile di energia e materia dalle attività produttive, per arrivare a ridurre entro il 2033 l’impatto di CO2 del 40% e il volume dei fanghi prodotti dalla depurazione dell’acqua dell’87%. Innovazione e digitalizzazione passano dal processo di modernizzazione di reti e impianti, dove la water utility prevede di ridurre il tasso di dispersione dal 24% al 15%, allineandosi al target indicato proprio dal PNRR.

Gli impegni del Protocollo

Aderendo al Protocollo, imprese, associazioni, università e centri ricerche si impegnano ad applicare in modo capillare strategie mirate a partire dalle proprie competenze e dalle proprie specificità, in favore dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’ONU con l’Agenda 2030 che traccia l’insieme dei traguardi da raggiungere a livello globale. 

Il Protocollo lombardo ha acquistato un rilievo internazionale con la presentazione all’SDGs Summit delle Nazioni Unite (New York, 24-25 settembre) nel 2019, quale acceleration action per l’implementazione degli obiettivi di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile a livello territoriale.

Qui il link al comunicato stampa completo di Gruppo CAP.