Dalla plastica più inquinante la colla per dire addio alla formaldeide

Pubblicata il 26 ago 2019

La plastica più inquinante, quella non riciclabile e sinora inevitabilmente destinata a termovalorizzatori o discariche, che diventa in un sol colpo risorsa economica e occupazionale. La svolta, carica anche di fondamentali benefici ambientali, si deve alla VGM Patent, società di Desenzano (Brescia) che ha trasformato i rifiuti plastici in una innovativa resina con la quale si realizzeranno pannelli truciolari ecologici ‘formaldeide free’.

Un brevetto green che fa bene anche all’export

Il brevetto, battezzato “Ass - Adesivo solido secondario”, poiché permette di ottenere la speciale colla per legno dagli scarti plastici comunemente noti come ‘plasmix’ e catalogati come Css, ossia Combustibile solido secondario, oltre a consentire il riciclo di questi rifiuti inquinanti, metterà definitivamente al bando la formaldeide, sostanza sospettata di essere cancerogena e che gli Usa, mercato chiave per l’export di truciolato Made in Italy, sono pronti a vietare.

Ecco, allora, che in soccorso al nostro pianeta blu, così come ai produttori italiani di truciolato da tempo alla ricerca di un sostitutivo low cost della formaldeide, arriva l’invenzione green dell’azienda bresciana, società nata per gestire brevetti industriali e fondata nel gennaio di quest’anno da tre soci: Vittorio De Gasperini, laureato in chimica industriale a Milano; Marco Cioli, assicuratore e Giuseppe Tavelli, titolare di un’impresa attiva nel campo della meccanica di precisione.

La colla che si mangia la plastica

La speciale resina creata dalla VGM potrebbe letteralmente liberare ogni anno il nostro Paese da un milione di tonnellate di plastica non riciclabile sfruttando, peraltro, tecnologie industriali già esistenti. Oltre all’evidente impatto positivo sull’ambiente, perché convertire la plastica significa abbattere l’inquinamento generato dalla combustione nei termovalorizzatori nonché risparmiare tonnellate di metano per la produzione di formaldeide, il brevetto della società bresciana garantirà anche un futuro al settore della produzione di pannelli in truciolato. L’innovativo collante da rifiuti plastici è adatto, infatti, per compattare il truciolato di legno, materiale che ha numerosi usi nel settore edilizio, nell’arredamento, nella falegnameria.

Truciolato più ecologico, un bene per l'economia tricolore

Ogni anno l’Italia produce circa 3 milioni di tonnellate di pannelli truciolari, sinora composti mediamente da un 80% di legno e un 20% di resine alla formaldeide, utilizzate perché a basso costo. Il pannello truciolare tricolore rappresenta un mercato che vale circa 1,2 miliardi di fatturato annuo, in gran parte alimentato dall’industria del mobile, che a sua volta vanta un giro d’affari di 42 miliardi, 17 derivati dall’export, un 20% di questi sul mercato Usa. E proprio gli Stati Uniti si apprestano a vietare entro il 2024 l’utilizzo delle resine alla formaldeide, sospettate di essere cancerogene. Se la stessa normativa entrasse in vigore anche in UE, i produttori dovrebbero passare a collanti alternativi, già in commercio ma ben più costosi. Il brevetto della VGM Patent, quindi, potrebbe anche risolvere questo problema, evitando alle industrie italiane del legno truciolare di incorrere in una lievitazione dei costi che ne minerebbe la competitività sul mercato internazionale.

Test superati, ora via alla produzione su scala industriale

Presentata e premiata a Ecomondo 2018, la fiera di riferimento in Europa per l’innovazione industriale e tecnologica dell’economia circolare, l’idea dei tre imprenditori di Desenzano è stata scelta da Corepla, il Consorzio nazionale per la Raccolta, il Riciclo ed il Recupero degli Imballaggi in Plastica, per la campagna di crowdfunding “Attacca il truciolo!”, avviata in collaborazione con la piattaforma Produzioni dal Basso, con l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere lo sviluppo dell'innovativa resina, la sua validazione all’interno di un processo consolidato e su macchine già in uso, fino all’eventuale produzione industriale, una volta dimostrata la piena efficacia.

“Grazie ai fondi raccolti – raccontano i tre soci di VGM Patent - è stato possibile avviare il processo di brevettazione internazionale e completare il prototipo, contribuendo quindi alla sua validazione. Ora il progetto è consolidato – aggiungono – a fine 2018 si sono concluse positivamente le fasi di test su tutti i passaggi del processo e, al momento, stiamo lavorando all’applicazione pratica su scala industriale che culminerà nella realizzazione di un impianto pilota”.