Dal terzo Forum regionale un “modello lombardo” di sostenibilità concreta

Pubblicata il 9 nov 2022

Un ‘modello lombardo’ di sviluppo sostenibile ispirato a una sostenibilità “equilibrata, concreta, che parta dal basso”, come l’ha definita l’assessore regionale all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo.

Possiamo dire sia questo l’obiettivo a cui puntava il Terzo Forum per lo Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia: quattro giorni di lavori, dal 19 al 22 ottobre scorsi, che hanno visto una grande e variegata partecipazione.

La scelta del Forum regionale è del resto, e non da oggi, di coinvolgere e farsi portavoce di tutte le realtà del territorio lombardo che a vario titolo si occupano di sostenibilità.

La forza della ricerca, le prospettive per i giovani

E così in apertura è stato dato spazio alle nuove generazioni, a scuole università ed enti di ricerca: a chi, cioè, è chiamato a guardare al futuro ma già oggi concentra i propri sforzi di innovazione per supportare la transizione ecologica anzitutto a partire da nuove competenze.

Non tutti sanno allora che gli atenei italiani si sono consorziati nella Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile - RUS, che promuove l’impegno su tutti i temi dello Sviluppo sostenibile e in particolare su mobilità, economia circolare, efficienza energetica, lotta alle disuguaglianze, sicurezza alimentare.

Anche grazie al contributo degli atenei, la Lombardia è già oggi sede di eccellenze nella ricerca. Come il progetto CREIAMO, che permetterà di bonificare i suoli con tensioattivi totalmente biologici; o come il sistema Fybra, sensore per il ricambio d’aria che punta a far respirare meglio migliaia di bambini consentendo allo stesso tempo un forte risparmio di energia.

Questi progetti ci ricordano che l’innovazione è tra i migliori alleati dello sviluppo sostenibile. E che e professioni green sono sempre più diffuse e  ‘appetibili’ per i più giovani: in un Paese con un alto numero di NEET (giovani che né studiano, né lavorano), quale è l’Italia, la transizione sostenibile creerà opportunità e motivazione.

Per aiutare i giovani a trovare la propria strada professionale, ma anche di realizzazione personale, creativa ed espressiva, Regione Lombardia punta su orientamento e formazione professionale. Ma non solo: un reale coinvolgimento e partecipazione attiva dei giovani attraverso le testimonianze di “chi ce l’ha fatta”; l’informazione sulle opportunità da cogliere e coltivare; il racconto dei percorsi formativi che, attraverso un’ottica di sostenibilità, sanno rispondere alle esigenze del mercato del lavoro e delle imprese.

La voce delle imprese

Altro fulcro del Forum sono state le buone pratiche raccontate in prima persona dalle imprese: un segnale, forse il più netto, di un territorio che già si muove con decisione verso un nuovo modello di sviluppo e che oggi, forte della propria esperienza, può testimoniare che “la sostenibilità è una scelta che paga”.

Come rivendicato da diversi interventi, infatti, la sostenibilità è un fattore determinante di resilienza in un momento di grande incertezza nelle catene di approvvigionamento e del valore. Dalla moda all’edilizia, dal manifatturiero all’agroalimentare, i settori portanti dell’economia lombarda sono concordi sulla necessità di unire un impegno individuale delle imprese con una visione di filiera e di sistema.

Da qui l’invito, partito dal forum, a fare della sostenibilità una questione identitaria, non uno strumento di marketing: un modo di essere e di fare, non di vendere. Perché non è di greenwashing che hanno bisogno le imprese, e men che meno i cittadini: essere - o diventare sostenibili – significa agire al cuore della propria attività. I vantaggi sono concreti e immediati: riduzione dei costi, produrre di più consumando meno, a mettersi al riparo dalla crisi energetica. Essere sostenibili significa garantire la trasparenza del proprio processo produttivo e creare nuovo valore grazie a una migliore gestione del rischio d’impresa, maggiore qualità e dunque fiducia dei propri clienti.  

Per tutti questi motivi, la scelta di uno sviluppo sostenibile è strategica. È chiaro, però, che è anche necessaria: chi non saprà imboccare la strada di questo cambiamento rischia di rimanere indietro, se non di scomparire, di fronte a cambiamenti che tutte le previsioni danno come inevitabili.

Il Forum ha portato allora un altro dato: il tessuto economico lombardo è costituito per circa due terzi da piccole e medie imprese, che rispetto alle grandi sono più esposte agli shock economici, sociali e ambientali – come la crisi energetica e delle materie prime o gli eventi metereologici estremi. D’altro canto, queste stesse PMI hanno grande capacità di adattamento, un capitale umano molto competente e un alto livello tecnologico.

La sfida per la Lombardia è guidarle in un processo di evoluzione, perché arrivino preparate al futuro di cambiamenti improvvisi, volatilità e instabilità che si profila per i prossimi decenni. Al centro di questa transizione dovrà esserci il ripensamento dei modelli stessi di business. La crescita, infatti, non potrà più basarsi su un aumento indefinito della produzione, ma su un aumento della qualità di beni e servizi. Le attività dovranno essere diversificate e le imprese dovranno investire nel continuo apprendimento di nuove competenze.

Il monito e il contributo del Terzo Settore

Un’altra ‘condizione’ emersa con chiarezza è che la transizione ecologica non può ignorare i suoi possibili impatti sociali. A ricordarlo sono stati numerosi esponenti del Terzo Settore, una delle forze motrici del territorio lombardo, che hanno invitato a promuovere l’uguaglianza anche nell’accesso all’innovazione, a puntare su reskilling e upskilling dei lavoratori, a progettare percorsi in cui sostenibilità e solidarietà vanno di pari passo. Queste misure contribuiranno a mantenere alta l’occupazione nonostante i cambiamenti nel sistema produttivo e dunque nella domanda di competenze.

Il ruolo delle istituzioni

I Governi di ogni livello hanno il compito di guidare la non semplice transizione verso lo sviluppo sostenibile. A quali modelli ispirarsi? Come riuscire a trovare i fondi per investire sulla sostenibilità, come rendicontare le proprie azioni in un’ottica di trasparenza nei confronti dei cittadini, come misurare gli impatti delle proprie scelte green per verificarne l’efficacia?

Domande cui si è cercato di rispondere con il contributo di ASviS e attraverso un ricco confronto tra esponenti di governi locali, nazionali e internazionali.

Quello per la mitigazione della crisi ambientale e per l’adattamento alle nuove condizioni che aspettano il Pianeta, infatti, non è uno sforzo da portare avanti in solitudine. I governi subnazionali collaborano attraverso reti, come ad esempio Regions 4 Sustainable Development, un network che permette lo scambio di informazioni e pratiche e l’organizzazione di iniziative coordinate.

Tempo per riflettere

L’ultima sessione del Forum ha ospitato una riflessione trasversale ai settori, con esponenti del mondo intellettuale, imprenditoriale e del Terzo settore che hanno condiviso i rispettivi punti di vista. Le componenti della sostenibilità, del resto, sono per definizione interrelate: il cambiamento nell’organizzazione delle imprese prende piede in primo luogo da un cambiamento culturale, che presuppone innovazioni nella formazione. In Lombardia, ha affermato traendo le somme l’assessore Cattaneo, si è messo in atto un modello fondato su concretezza e coinvolgimento per dare l’avvio a questo cambiamento. Partecipazione degli stakeholder nella definizione di obiettivi, strategie e strumenti attuativi, uniti a un ruolo di coordinamento da parte di Regione. Un modello di governo pensato per un territorio come quello lombardo, dall’elevata capacità di iniziativa e abituato a proiettarsi nel futuro.

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