Europe’s Climate Leaders, CAP primo in Italia per riduzione emissioni CO2

Pubblicata il 12 mag 2022

Gruppo CAP è la prima azienda in Italia e la seconda in tutta Europa sul fronte della riduzione delle emissioni di CO2, dopo la svizzera Logitech.

Lo certifica il Report Europe’s Climate Leaders 2022 curato dal prestigioso Financial Times in collaborazione con Statista.

Un riconoscimento importante sul fronte della sostenibilità per il Gruppo lombardo,  gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, da tempo attento all’impatto ambientale delle proprie azioni (con un impegno sancito nel Piano di Sostenibilità pubblicato nel 2019) e tra i sottoscrittori del Protocollo di sviluppo sostenibile di Regione Lombardia.

Alla sua seconda edizione, l’Europe’s Climate Leaders ha analizzato 400 aziende europee (con un fatturato minimo di 40 milioni di euro) che hanno ottenuto la maggiore riduzione dell'intensità delle loro emissioni di gas serra (GHG) nel periodo tra il 2015 e il 2020.

Il primo dato, definito “intensità delle emissioni”, rappresenta le tonnellate di emissioni prodotte rispetto ai ricavi ottenuti.

Dunque secondo i risultati del report Europe’s Climate Leaders, nel corso degli ultimi cinque anni CAP è riuscita a ridurre del 45% le emissioni di anidride carbonica.

“Il report stilato dal Financial Times certifica il nostro impegno nel cercare soluzioni innovative per fare industria nel rispetto dell’ambiente, consapevoli del fatto che il rischio globale diviene l’orizzonte fondamentale del pianeta - è il commento di Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP -. Oggi questo impegno deve riguardare tutto il mondo dell’industria e in particolare a quella pubblica, soprattutto nell’ambito della gestione di servizi di pubblica utilità. Noi abbiamo voluto adottare un piano di sostenibilità che coinvolge i territori e la società in cui operiamo”.

Le soluzioni sostenibili di CAP

È sempre Russo a spiegare come è stato raggiunto il traguardo del podio europeo e italiano nel Report Europe’s Climate Leaders.

“Prima di tutto misuriamo attentamente le emissioni, abbiamo adottato un approccio analitico e ci siamo dati una regola: tutto quello che non riusciamo a ridurre, lo dobbiamo compensare”.

Altro caposaldo, “acquistiamo soltanto energia da fonti rinnovabili e quella che produciamo proviene da cogenerazione o fotovoltaico. Inoltre, realizziamo biometano dai fanghi e presto lo produrremo anche dalla FORSU (il rifiuto organico, ndr) e, coerentemente, abbiamo riconvertito il parco auto aziendale: i nostri veicoli, oggi, vanno a biometano e sono carbon neutral”.

L’obiettivo a lungo termine è quello di adottare un sistema sempre più circolare nella gestione del ciclo idrico integrato dell’acqua. In cifre, il Piano di Sostenibilità 2019 di CAP punta a recuperare dalle attività produttive la maggior quantità possibile di energia e materia, per arrivare a ridurre entro il 2033 l’impatto di CO2 del 40% e il volume dei fanghi (gli scarti prodotti dalla depurazione dell’acqua) dell’87%.

Per quel che riguarda poi direttamente il business della gestione del servizio idrico, e tenendo conto che per depurare le acque è necessario utilizzare reagenti chimici, “acquistiamo - spiega ancora il presidente Russo - quelli a minore impatto ambientale. Abbiamo poi ridotto la pressione sulla rete idrica, ottimizzando i consumi dei nostri quasi 7 mila chilometri di rete di acquedotto.

Infine, nelle gare d’appalto premiamo i fornitori che presentano progetti ecosostenibili e che compensano le emissioni”.

Sempre sul fronte dell’attenzione all’ambiente, di recente Gruppo CAP ha sottoscritto un finanziamento da 100 milioni con la BEI (la Banca Europea per gli Investimenti), a sostegno di un piano di investimenti da 200 milioni “per  migliorare la copertura, la qualità e la resilienza del nostro servizio idrico integrato”.

L’Italia nella classifica FT

In totale le aziende italiane presenti nella seconda edizione del Report del Financial Times sono 19. A guidare la classifica è il Regno Unito, con ben 120 aziende pari a oltre un quarto del totale, seguito da Germania (52) e Francia (44).

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